Domani inizia la Scuola. Ricordo ancora il giorno prima del mio esordio come se fosse ieri. Ero cosi appassionato di calcio già a sei anni che pensavo a un calciatore che dovesse affrontare una partita. Io non so se sono obiettivo quando parlo di scuola, perché per me rimane il periodo più bello in assoluto della vita. In tutti e tredici gli anni del ciclo che si concluse con la maturità.
Seppure ogni tempo debba essere contestualizzato, la Scuola è una palestra straordinaria di vita, di cameratismo(nessuno interpreti in modo cretino questa parola), solidarietà, reciprocità. Specialmente negli anni delle superiori i compagni, ( anche quelli antipatici, i primi della classe o quelli che non passano le copie) resteranno indelebilmente sodali, simili o addirittura superiori anche a un legame di sangue.
Non parlerò dei problemi esistenti oggi, che pure sono tanti, ma di quel senso straordinario di unicità che una frequentazione di sei ore quotidiane, più quelle passate a casa per lo studio, consegna a chi condivide un percorso scolastico. Io piansi quando il mio compagno di banco fu bocciato agli esami di settembre perché non avrei potuto stare con lui per un altro anno. Cosi come piansi, incredibilmente, proprio mentre si avvicinava la fine del ciclo.
In questo quadro anche i professori, oggi chiamati docenti, rivestono una funzione bellissima. Anche quando sbagliano valutazioni, quando cadono umanamente nelle debolezze di privilegiare un alunno rispetto all’altro. Perché sono e possono essere confidenti, genitori, sacerdoti di una religione laica che deve mettere al centro sempre e comunque la bellezza. E perché lavorando spesso nascondono il dolore delle loro vite.
Se potessi dare un suggerimenti ai docenti direi loro di far leggere più poesie in classe. Di fare ascoltare La Pioggia nel Pineto o Giorno per Giorno di Ungaretti, di capire che le pecore nere a volte nascondono un candore che a prima vista sfugge.
Ma ad ogni ragazzo direi di non perdere l’occasione di vivere nella bellezza questo periodo. Trasgredite con intelligenza, non buttate la giovinezza dietro la merda di una sostanza, sappiate rispettare anche quel docente che vi sembrerà “un infame”: lo rimpiangerete con tenerezza quando l’età vi ricorderà che siamo nati per essere imperfetti.
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