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Cercasi (inutilmente) tesoriere della Regione: va deserta anche l’ultima procedura

I cinque istituti bancari selezionati non hanno fatto pervenire alcuna offerta alla Cittadella. Resta aperto un “vulnus” lungo ormai diversi mesi

Pubblicato il: 14/09/2023 – 7:26
Cercasi (inutilmente) tesoriere della Regione: va deserta anche l’ultima procedura

CATANZARO Ancora niente tesoriere alla Regione Calabria. Va deserta la procedura negoziata aperta dalla Regione Calabria per l’affidamento del servizio di tesoreria della Giunta, degli enti strumentali e degli enti del Servizio sanitario regionale. A certificarlo è un decreto di Filippo De Cello, il dg del Dipartimento Economia e Finanze della Cittadella. Nelle scorse settimane la Regione Calabria aveva provato a stringere i tempi per colmare un “vulnus” lungo ormai diversi mesi, quello di individuare l’operatore economico per la gestione del servizio di tesoreria “centralizzato dopo che i primi tentativi erano andati a vuoto: un altro decreto aveva infatti approvato l’elenco degli operatori economici invitati alla procedura negoziata per l’affidamento del servizio: si trattava di cinque istituti di credito di rilievo nazionale, per la precisione Banca Monte Paschi di Siena, Banca nazionale del Lavoro, Bper Banca, Intesa Sanpaolo, Unicredit. Ma anche stavolta niente da fare: nell’ultimo decreto di De Cello, adottato lo scorso 13 settembre, si riferisce che entro il termine per la partecipazione alla gara (30 giorni dalla ricezione della lettera di invito, partita il 4 agosto) «non è pervenuta alcuna offerta».

L’iter (travagliato)

Quindi, “cercasi” e non “trovasi” tesoriere della Regione Calabria. L’ultimo step è arrivato  al fondo di un procedimento particolarmente accidentato. A fine febbraio infatti la Regione Calabria  ha indetto una procedura aperta ad evidenza pubblica «per la quale non è pervenuta alcuna offerta entro i termini stabiliti», scrissero gli uffici. A quanto risulta, in pratica dalle banche eventualmente interessate non arrivò, alla scadenza del 31 marzo scorso, alcuna offerta anche e soprattutto a causa della richiesta da parte della Regione di una anticipazione nei casi di «momentanee esigenze di cassa», richiesta ritenuta dagli istituti eccessivamente onerosa (oltre 1,3 miliardi, 450 milioni solo per la Giunta, si fa intendere da fonti della Cittadella). Da qui la decisione della Regione di correre ai ripari e rimodulare il procedimento, passando dalla procedura aperta a quella negoziata, e senza bando.

La Cittadella regionale a Catanzaro

Il nuovo avviso

Arriva quindi questo nuovo tentativo della Regione, che indice una manifestazione di interesse per «avviare un’indagine di mercato per l’invito alla successiva procedura negoziata, senza bando, ai sensi dell’articolo 63, commi 1 e 2 lett. a), del dlgs 50/2016: lo scopo della indagine di mercato era quello di «avviare la procedura di affidamento con i candidati che, in possesso dei requisiti richiesti, si proporranno, senza che ciò possa ingenerare negli operatori alcuna pretesa». L’appalto – si evidenziava  – era costituito da un unico lotto, per un importo stimato in euro 36.375.000,00 (mentre l’importo a base di gara è pari ad euro 24.250.000,00). Per partecipare erano comunque previsti requisiti piuttosto stringenti, sintetizzabili in una notevole solidità finanziaria «al fine – si leggeva poi nell’avviso – di consentire la selezione di un operatore economico affidabile e con esperienza specifica, considerata l’entità, la complessità e la rilevanza sociale delle prestazioni oggetto di gara»: si richiede poi l’espletamento di servizi di Tesoreria per almeno 3 enti del servizio sanitario nazionale, per almeno 3 enti territoriali, regioni e/o provincie e/o Comuni. L’aggiudicazione dell’appalto sarebbe dovuta avvenire con il criterio del minor prezzo. A metà giugno la Regione si determina nel senso di avviare “procedura negoziata senza previa pubblicazione di un bando di gara per l’affidamento del contratto di appalto sopra soglia comunitaria relativo al servizio di tesoreria della Giunta della Regione Calabria, degli enti strumentali e degli enti del Ssr», approvando l’avviso per relativa la manifestazione di interesse per l’invito alla detta procedura negoziata, senza bando: quindi il 4 agosto l’invito ai cinque operatori economici, Banca Monte Paschi di Siena, Banca nazionale del Lavoro, Bper Banca, Intesa Sanpaolo, Unicredit. Gli istituti – si specifica – «sono stati selezionati tra quelli iscritti nel registro tenuto dalla Camera di commercio, industria, artigianato e agricoltura oppure nel registro delle commissioni provinciali per l’artigianato per attività coerenti con quelle oggetto della presente procedura di gara; iscritti all’Albo della Banca d’Italia e autorizzati all’attività bancaria ; aventi un indicatore CET1 Common Equity Tier 1 ratio (monitorato dalla Bce) superiore all’8% e svolgenti abitualmente servizio di tesoreria per enti pubblici». Tra questi 5 operatori economici si presumeva che sarebbe stato selezionato il nuovo tesoriere della Regione Calabria, dei suoi enti strumentali e delle aziende sanitarie, ma anche stavolta il flop e lo stop: nessuna offerta è stata presentata alla Regione per come ha decretato il 13 settembre il Dipartimento Economia e Finanze.

Il giudizio davanti al Tar

La vicenda inoltre è stata al centro di un lungo contenzioso tra l’ente e alcune banche che chiedevano l’accertamento della definitiva cessazione dell’efficacia della convenzione avente ad oggetto il servizio di tesoreria stipulata dalla Regione Calabria e delle sue successive “proroghe” o “proroghe tecniche” deliberate dall’ente. A chiudere il contenzioso è stato, di recente, il Tar che ha ritenuto le proroghe non illegittime ma ha accolto la domanda di fissazione del termine finale della convenzione per la gestione del servizio di tesoreria, termine fissato al 31 dicembre 2023. «Le circostanze della controversia e i contrapposti interessi – ha sostenuto il Tar – possono dunque giustificare la fissazione di un termine di efficacia del contratto da intendersi riferito alla conclusione definitiva dell’odierno contenzioso ovvero, se posteriore, alla chiusura dell’esercizio finanziario in corso, ossia al 31 dicembre 2023 e in tali termini può essere ritenuta accoglibile la domanda di parte ricorrente».  Ma il Tar poi ha ampliato il ragionamento con una serie di “raccomandazioni” alla Regione: «Nelle more – e nell’ottica di leale reciproca collaborazione –  la Regione resta comunque onerata ad intraprendere il percorso più adeguato per l’individuazione del nuovo Tesoriere, sia individuando la procedura più efficace tra quelle legittimamente praticabili, previa individuazione, anche alla luce della situazione del mercato e dell’esperienza di altre amministrazioni ritenute comparabili, di un assetto contrattuale che, nel rispetto della vigente normativa, contemperi comunque l’esigenza di sostenibilità della parte pubblica e la naturale “appetibilità” del servizio per gli operatori economici. Inoltre – aggiungono i giudici amministrativi – la Regione dovrà assolvere per tempo alle incombenze necessarie per garantire il passaggio delle consegne tra il tesoriere uscente e il tesoriere subentrante onde evitare soluzioni di continuità, nei termini e con le modalità previste dalla convenzione». Ma come si è potuto capire ancora queste consegne non avranno alcun passaggio… (c. a.)

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