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‘Ndrangheta Connection: l’affidabilità a livello globale e le mire sulla politica

La Dia tratteggia le dinamiche delle cosche calabresi, le loro ramificazioni all’estero anche per la disarmonia giuridica tra gli Stati

Pubblicato il: 14/09/2023 – 13:29
‘Ndrangheta Connection: l’affidabilità a livello globale e le mire sulla politica

LAMEZIA TERME «Un riconosciuto ruolo di universale livello poiché affidabili sul piano criminale»  e «la spiccata propensione delle ‘ndrine ad infiltrare gli organi amministrativi e le compagini elettorali degli enti locali». Così la Direzione investigativa antimafia nella sua ultima relazione semestrale tratteggia le dinamiche delle cosche di ‘ndrangheta, organizzazione  ritenuta ormai dominante sulla scena criminale anche a livello internazionale anche per la capacità di «approfittare delle disarmonie tra i diversi ordinamenti giuridici».

Il controllo delle risorse pubbliche

Nella relazione la Dia anzitutto spiega che «per quanto riguarda l’attività di prevenzione antimafia eseguita dai Prefetti sia nella Regione d’origine, sia in quelle di proiezione, ancora una volta è stata documentata la spiccata propensione delle ‘ndrine ad infiltrare gli organi amministrativi e le compagini elettorali degli enti locali al fine di acquisire il controllo delle risorse pubbliche e dei flussi finanziari, statali e comunitari, funzionali anche ad accrescere il proprio prestigio e consenso sociale». E ancora – si legge nella relazione – «quello degli stupefacenti permane il settore criminale di primaria importanza per la ‘ndrangheta. Nell’ambito del narcotraffico globale le ‘ndrine calabresi occupano ormai da tempo un riconosciuto ruolo di universale livello poiché affidabili sul piano criminale, solvibili su quello finanziario e capaci di gestire una complessa e affidabile catena logistica per il trasporto transoceanico, dai Paesi sudamericani verso l’Europa, dei carichi di droga. Negli ultimi anni, anche alcune aree dell’Africa occidentale e, in particolare, la Costa d’Avorio, la Guinea-Bissau e il Ghana, sono divenute per le cosche di ‘ndrangheta uno snodo logistico sempre più strategico per i traffici di stupefacenti. In tale quadro – rimarca la Direzione investigativa antimafia –  il porto di Gioia Tauro permane un centro nevralgico per l’approvvigionamento della droga e non soltanto per le cosche di ‘ndrangheta ma, come emerso nell’operazione “Tre Croci-Cavalli di Gioia” , anche per le altre matrici criminali italiane e straniere».

Il business dei rifiuti e dei lidi balneari

Per la Dia inoltre «rimane alta l’attenzione della criminalità organizzata calabrese anche nella gestione del traffico illecito dei rifiuti. Infatti, oltre a quanto già emerso nell’operazione “Mala Pigna” dell’ottobre 2021 che ha riguardato la sola cosca Piromalli, il 3 ottobre 2022 i carabinieri hanno disarticolato un’altra associazione per delinquere finalizzata al traffico illecito di rifiuti operante nella provincia di Crotone (operazione “Black Wood”). Immutato risulta anche l’interesse della ‘ndrangheta nell’usura e nel racket delle estorsioni, come sostenuto dal prefetto di Reggio Calabria, precisando altresì che “il fenomeno estorsivo risulta una costante in danno degli operatori economici del territorio. Tra gli aspetti positivi si registra una maggiore tendenza alla denuncia di tali fatti delittuosi…”. Come rilevabile negli esiti delle investigazioni concluse nel semestre in esame, risulta confermata l’attenzione delle cosche verso la gestione dei lidi balneari, attuata prevalentemente tramite variegate modalità di condizionamento delle procedure d’assegnazione delle concessioni demaniali». Al solito – riferisce la Dia – «considerevole e ampiamente documentata la presenza della ‘ndrangheta nell’ambito dell’edilizia e del comparto immobiliare, come rilevabile dalle operazioni “Blu Notte” e “Ritorno” e nell’inchiesta “Planning” condotta dalla Dia e dalla Guardia di finanza. Inalterata anche l’operatività delle cosche calabresi nel controllo e nella gestione del patrimonio boschivo e della guardiania, tramite l’imposizione del pizzo anche sulla compravendita dei terreni, guardiania peraltro abusiva ed attività illecita già emersa in pregresse indagini, nonché molto diffusa tra tutti i sodalizi di ‘ndrangheta attivi nella piana di Gioia Tauro. Gli interessi verso il settore edile sono documentati nell’ambito della citata operazione “Planning”, conclusa dalla Dia e dalla Guardia di finanza, con cui sarebbe stata individuata un’associazione per delinquere composta anche da imprenditori attivi nel settore edile e della grande distribuzione alimentare – taluni già coinvolti in indagini o colpiti da misure di prevenzione – che avrebbero stretto una pluralità di accordi con famiglie di ‘ndrangheta, agevolando l’infiltrazione delle consorterie in quei settori tramite la compartecipazione occulta di loro esponenti alle iniziative economiche, gestite ed organizzate per il tramite di imprese fittiziamente intestate a terzi ovvero mediante l’affidamento di numerosi servizi e forniture ad altri imprenditori espressione diretta dell’associazione criminale».

Le falle degli ordinamenti giuridici all’estero

Un accenno alle proiezioni internazionali della ‘ndrangheta: « All’estero – conclude la Dia – le cosche calabresi, oltre a dimostrare di aver saputo approfittare delle disarmonie tra i diversi ordinamenti giuridici reinvestendo i capitali illecitamente accumulati nei Paesi in cui risulta assente o più difficile la collaborazione tra le autorità giudiziarie, si mostrano particolarmente inclini al narcotraffico, alle attività estorsive e al riciclaggio. Il 19 dicembre 2022, infatti, la Dda di Catanzaro ha concluso un’operazione antidroga, avviata su input del Federal Bureau of Investigation, in ordine a taluni episodi estorsivi commessi nell’area di Manhattan e che avrebbe documentato il coinvolgimento della cosca Corigliano-Comito di Rocca di Neto». (a. c.)

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