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(Nuovo) giro di vite sul Superbonus, ecco i rischi per l’edilizia calabrese

In cinque anni il numero di imprese del settore è cresciuto del 4%. In Italia appena lo 0,8%. E l’occupazione ha segnato un +27,6%

Pubblicato il: 17/09/2023 – 12:40
di Roberto De Santo
(Nuovo) giro di vite sul Superbonus, ecco i rischi per l’edilizia calabrese

COSENZA I timori che un intero comparto possa franare sotto la scure dei tagli ai bonus fiscali sui lavori edili sono sempre più tangibili. Soprattutto perché la misura principe di quel pacchetto – il superbonus 110 – è nel mirino del Governo per essere se non cancellata, fortemente ridimensionata.
Nelle intenzioni del Governo, c’è infatti un’ulteriore riduzione della percentuale di detrazioni fiscali riconosciuta ai proprietari che avvieranno lavori di efficientamento energetico della propria abitazione ed una forte stretta su chi potrà beneficare del vantaggio. Due elementi che incideranno certamente sulla platea di quanti si appresteranno a compiere nuove ristrutturazioni delle loro abitazioni. Con effetti conseguenti sulla redditività delle imprese del settore e sull’occupazione.
La maxi agevolazione già ridotta da quest’anno al 90% scenderà nei prossimi due rispettivamente, al 70% e poi al 65%. Potrebbe dunque ulteriormente essere ridotta ed essere inserita nella prossima legge di bilancio. Come di certo non ci sarebbe più alcuna proroga, all’inizio annunciata, della misura. A certificarlo le parole del ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, rispondendo il 13 settembre in Aula ad un’interrogazione sulla proroga al 2024 del Superbonus: «Non è intenzione del governo procedere alla proroga delle misure relative agli interventi nelle forme finora conosciute».
Parole secche, che sembrerebbero chiudere definitivamente a qualsiasi possibilità di proroga della misura con quell’aliquota, per chiunque. E che sommate con l’annunciata stretta sullo strumento di facilitazione, generano il massimo livello di allerta per un settore che è stato sicuramente trainante dell’economia, nel momento della ripartenza post Covid. Nel corso del 2021 il contributo del settore delle costruzioni alla formazione del Pil del Paese, è stato pari al 27%. Nel biennio 2021-22 quel contributo è stato pari a circa un terzo del valore della crescita del Prodotto interno lordo dell’economia italiana.
Ma di converso quella misura, da qui la decisione del governo di ritoccarla nuovamente, si è rivelata una voragine per i conti dello Stato. Ed è stato sempre lo stesso Giorgetti qualche settimana addietro a Cernobbio a parlare di «mal di pancia» per gli 80 miliardi ancora da pagare fino al 2026. Stando ai conti dei tecnici di via Venti Settembre, ci sarebbero ancora 142 miliardi di crediti ceduti e non utilizzati. «Su 130 miliardi – ha sottolineato di recente il sottosegretario all’Economia ed esponente leghista Federico Freni – ne sono stati portati in compensazione 21. Ne rimangono 109 che aumentano di 3,5 miliardi al mese».
Numeri da capogiro che pongono il Tesoro a dover mettere mano al provvedimento che però comunque avrà ripercussioni pesanti sul settore.

Il buono stato di salute dell’edilizia in Calabria


Un comparto che è decisamente fondamentale per la tenuta socio-economica anche della Calabria. I dati del settore infatti indicano quanto il segmento delle costruzioni “pesi” sull’economia reale della regione e come sia cresciuto nel corso degli ultimi anni anche e soprattutto grazie ai bonus edilizi.
Stando ai dati forniti in esclusiva al Corriere della Calabria dal sistema Movimprese di InfoCamere-Unioncamere, il numero delle aziende impegnate nel settore delle costruzioni è passato da 21.468 del giugno del 2018 a 22.325 di cinque anni dopo.
In percentuale questa crescita è stata pari a 4 punti, decisamente superiore alla media nazionale che nello stesso lasso di tempo si è fermata allo 0,8%. Con le regioni del Centro che hanno addirittura registrato una flessione del 3,6%.
L’altro aspetto significativo di questa analisi e che a crescere sono state soprattutto le società di capitale che hanno segnato un +22,7% in questo quinquennio, segnale anche di maturità del comparto. E sempre in termini percentuali questo incremento ha interessato soprattutto la provincia di Vibo Valentia che dal 2018 ad oggi ha ottenuto una performance positiva di 7,7 punti. Una decisa crescita di questo segmento produttivo che si è registrato anche nel Reggino (+6,7%) e nel Crotonese (+5%). Meno intensa invece nel Cosentino (+2,9%) e nel Catanzarese (appena lo 0,4%).


E gli effetti benefici di quella potente cura garantita dei bonus, si sono registrati conseguentemente sul livello di occupazione offerta dal comparto.
Nel quinquennio preso in esame dal Corriere della Calabria, i dati sugli addetti del comparto segnano un’importante crescita.
Stando ai numeri forniti dal Movimprese, che fanno riferimento alle sole imprese che comunicano l’informazione all’Inps, si è passati in Calabria da 27.740 addetti impegnati nel settore delle costruzioni di marzo 2018, a 35.398 di 5 anni dopo. Segnando un incremento di 7.658 posti di lavoro in più con una crescita in questo lasso di tempo di ben il 27,6%. Oltre dieci punti percentuali maggiori della media nazionale: 16,5%. Al di sopra di cosa accaduto in questo quinquennio nel Nordest (+7,3%), nel Nord Ovest (+11,2%) e nel Centro (+17,6%).
Numeri che indicano il buono stato di salute che finora ha goduto il comparto e che sono frutto anche del sistema di agevolazione garantita dai bonus edilizi.

I costi della misura in Calabria

Se da un verso gli effetti di quelle agevolazioni a partire dal superbonus sono stati benefici per l’economia calabrese, di converso quel meccanismo ha innescato una spirale di spesa pubblica non indifferente.
Per avere la dimensione occorre analizzare i dati forniti dall’Enea e dal ministero della Transizione ecologica (oggi ministero dell’Ambiente della Sicurezza energetica). Ebbene leggendo i numeri dell’ultimo report, emerge che fino ad agosto scorso sono state 13.610 le opere di riqualificazione asseverate per un totale di investimenti ammessi a detrazione di oltre 2 miliardi e 612 milioni di euro, di cui l’80,3% di lavori già realizzati. Questo ha generato un onere a carico dello Stato pari a quasi 2,3 miliardi.
E dal report si evince anche la brusca frenata che ha subito l’utilizzo della misura in Calabria dopo il taglio degli incentivi. Infatti se su base mensile la crescita degli interventi di efficientamento energetico registra una aumento dello 0,9% e del 53,25% in un anno, nel 2022 quell’andamento era decisivamente maggiore. Ad agosto di quell’anno, il numero degli interventi asseverati su base mensile si erano incrementati del 6,96% ed addirittura del 442,19% su base annuale.
Un deciso rallentamento che, alla luce dei nuovi provvedimenti allo studio del Governo, potrebbero far arrestare completamente la marcia finora vittoriosa dell’intero comparto edile. (r.desanto@corrierecal.it)

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