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Principe e la Città unica “sbagliata”. «Rende e Castrolibero non possono pagare i debiti di Cosenza»

La proposta di un progetto pilota per unire i comuni. E l’appello per le elezioni: «Iniziativa al Pd. Non pongo candidature ma sono disponibile»

Pubblicato il: 19/09/2023 – 7:27
Principe e la Città unica “sbagliata”. «Rende e Castrolibero non possono pagare i debiti di Cosenza»

RENDE L’amministrazione Manna aveva un solo obiettivo, «demolire il lascito delle amministrazioni riformiste, che di Rende avevano fatto un esempio di buona amministrazione nel mezzogiorno». Sandro Principe, ex sottosegretario, assessore regionale e sindaco (riformista) di Rende, conia un termine che rende l’idea:  quella di Manna era una «“cancel culture” in salsa paesana». La sostanza è stata una «svendita ai privati di beni pubblici in proprietà o in concessione», una «programmazione urbanistica per cementificare il territorio, in favore dei ricchi togliendo ai poveri, carenze gravi nella gestione dei servizi, strade piene di buche, verde mal curato, città sporca al punto da renderla irriconoscibile. In 10 anni non è stata pensata, progettata e realizzata una sola nuova opera pubblica. Tant’è che i fondi straordinari europei del Por e del Pnrr, per la gran parte, vengono utilizzati per semplici manutenzioni e non per opere strategiche, come abbiamo fatto nel recente passato noi riformisti». 

«Sulla Città unica visione autoritaria della maggioranza in Regione»

Tema dei temi per il futuro politico dell’area urbana: la città unica Cosenza-Rende-Castrolibero. Con il centrodestra deciso a dare il via al progetto. Per Principe il modus operandi della maggioranza che guida la Regione riflette una «visione autoritaria delle Istituzioni. Si vuole imporre per legge la fusione senza sentire i consigli comunali e, soprattutto, senza un progetto e senza una pronuncia dei cittadini in un referendum decisivo, attraverso il quale ogni comunità interessata deve, a maggioranza, votare a favore della predetta fusione». 

«L’Unione dei comuni per come progetto pilota prima della Città unica»

La strada migliore, per il politico socialista sarebbe la nascita dell’Unione dei Comuni tra Cosenza, Rende, Castrolibero e Montalto Uffugo. Così i centri potrebbero «provare a gestire insieme i servizi». Una sorta di start-up «da sottoporre al giudizio dei cittadini». C’è, poi, la questione dei bilanci: «Con il Comune di Cosenza in dissesto, con un deficit di centinaia di milioni di euro, la fusione non è tecnicamente fattibile. Castrolibero, infatti, ha un bilancio sano. Mentre Rende ha un patrimonio di oltre 200 milioni di euro e ha quasi ultimato i dieci anni del predissesto, peraltro dichiarato, senza che ne sussistessero le condizioni, da un commissario inviato dall’allora ministro Alfano per delegittimare i riformisti. Perché i cittadini di Castrolibero e Rende dovrebbero pagare i debiti cosentini?». Principe considera «un errore» quello di restare fermi su «posizioni pregiudizialmente contrarie» rispetto all’ipotesi di città unica. «Bisogna, invece, resistere, con fondate motivazioni rispetto a percorsi e a impostazioni chiaramente superficiali e sbagliate». 

«Il nuovo ospedale nell’area Unical, vi spiego perché»

Nel quadro dell’ipotetica città unica, uno degli snodi centrali è il posizionamento dell’ospedale. Che Princpe vede «nell’area Unical, luogo più facilmente raggiungibile da tutti i territori cosentini». Lo imporrebbe la logistica – con lo svincolo autostradale di Settimo di Rende e la nuova Stazione ferroviaria di Santa Maria di Montalto. E lo chiederebbe la logica, perché «sarebbe decisivo per la sanità del futuro avere dipartimenti ospedalieri-cliniche universitarie a stretto contatto con il mondo della ricerca».

«Amministrative, il Pd prenda l’iniziativa. Io candidato? No, disponibile»

Mancano circa anni alle amministrative a Rende. Fallito il progetto Manna, è già il momento di «avviare tra tutte le forze riformiste, politiche e civiche, un confronto serio per pervenire alla stesura di un programma politico-amministrativo condiviso che disegni la Rende del futuro». Principe affida un compito centrale al Pd, senza giri di parola. «Spetterebbe al Partito democratico di prendere l’iniziativa, perché il caso Rende non può non interessare le forze politiche nazionali. La nostra Federazione Riformista è pronta a dare il suo contributo, come, peraltro, sta facendo quasi quotidianamente sui mezzi di informazione». Davanti a un’ipotesi di candidatura, l’ex sottosegretario prova a fingere che si voti domani: «Penso di avere dato tanto per realizzare la Rende che oggi è sotto gli occhi di tutti. Così come è fuori discussione il mio amore per la città. Non pongo, però, alcuna candidatura. Al massimo, ricorrendone le condizioni, potrei dare una disponibilità».

«Il circolo del Pd di Rende andrebbe commissariato»

I dem, però, da rappresentanti del ceto medio e medio alto, devono ripartire – su base nazionale – dalla questione sociale «che ha generato insicurezze nel mondo del lavoro, che continua ad esistere, spesso privo di tutele, garanzie e con diritti molto affievoliti. Inoltre, milioni di italiani versano in uno stato di vera e propria povertà». Sono cittadini storicamente rappresentati dai partiti di sinistra che «non si possono lasciare alle scorribande della destra populista a caccia di voti attraverso facili promesse». Riguardo a Rende, Principe spiega che «fa molto bene il segretario Pecoraro a interessarsi, in modo autocritico, di Rende, dove si è svolta una parte importante della storia del riformismo calabrese. Non capisco, però, perché non chiede ad Irto di commissariare il locale circolo, per rendere il Pd agibile e politicamente protagonista in questo delicato momento che vive la città; una città ricca, colta, operosa, perbene, con grandi potenzialità economiche e sociali che non merita un marchio infame per presunti errori di alcuni amministratori. Nell’assordante silenzio delle forze politiche nazionali non può non notarsi, con soddisfazione ed apprezzamento, la posizione assunta dal senatore Antoniozzi di Fratelli d’Italia». (redazione@corrierecal.it)

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