LAMEZIA TERME «Dopo il Consiglio comunale di ieri, che ha approvato con una maggioranza risicata Dup e bilancio di previsione, è urgente che il sindaco faccia chiarezza e verifichi se la sua esperienza amministrativa sia in grado di proseguire o se sia arrivato il momento di mettersi da parte per il bene della città». Lo scrive in una nota, a firma di Eugenio Guarascio e Lucia Cittadino, il gruppo consiliare “Nuova Era“. «Lo chiediamo perché il momento che attraversa Lamezia è cruciale. I finanziamenti di cui tanto si parla per oltre 200 milioni di euro dovrebbero rappresentare un volano significativo per il nostro territorio. Ma si rischia invece, di vanificare tutto. Con grave danno per la città e i cittadini. Allo stesso modo, però, riteniamo che sia necessaria eguale chiarezza anche nel centrosinistra, troppo spesso chiuso a riccio su vecchie posizioni e ancorato a logiche desuete e deleterie. A parole si cerca unità di intenti, nella pratica si inseguono obiettivi che la città stenta a comprendere. Ricordiamo che nel 2019 il movimento “Nuova Era” ha svolto un ruolo importante di sostegno al Pd e a un centrosinistra che però si è presentato disunito per le pretese di chi, invece di comprendere il momento importante e aggregarsi, ha scelto di non contribuire alla causa e ad un risultato che – se uniti – sarebbe potuto essere diverso. Come movimento non avelleremo alcuna strumentalizzazione. Siamo nati per praticare la trasparenza e, anche nel nostro ambito che ci vede senza dubbio schierati all’opposizione, siamo distanti da chi intende perpetuare vecchi potentati che hanno contribuito alla perdita di consensi fra la gente. Ciò che serve, invece, è unire tutte le esperienze che intendono contribuire al cambiamento e portare una ventata di nuovo, partendo anche dalle qualità che l’attuale consiglio esprime attraverso i suoi eletti più giovani e preparati. Le ultime vicende comunali – conclude il gruppo – dimostrano ancora una volta come in questa città prevalgano i gruppi di potere che da destra a sinistra gestiscono il potere pubblico per autoconservarsi, sicuramente non per migliorare una città sempre più povera di servizi, opportunità, qualità della vita».
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