CATANZARO Il clima condiziona l’annata olivicola 2023-2024 e non solo in Italia, secondo produttore mondiale, dopo la Spagna. E si profila un miglioramento della produzione di olio extravergine d’oliva in Italia rispetto allo scorso anno ma siamo ancora molto lontani dal potenziale massimo del nostro Paese, che dovrebbe attestarsi intorno alle 270mila tonnellate di olio extravergine d’oliva prodotte (lo scorso anno furono 241), intorno al + 15%.
A fotografare la situazione è Unaprol – Consorzio Olivicolo Italiano, a poche settimane dall’inizio della raccolta. Dopo l’annata di scarica delle regioni meridionali, Puglia in testa, da cui dipende oltre il 50% della produzione nazionale, ci si aspettava una netta ripresa e una produzione che superasse la soglia psicologica di quota 300mila tonnellate.
Ma il clima impazzito di maggio e giugno, che ha alternato lunghi periodi piovosi a momenti di grande caldo, ha inciso notevolmente sulla produzione. La situazione, al momento, si presenta a macchia di leopardo con Nord e Centro che dovrebbero registrare cali produttivi tra il -20 e il -50% rispetto allo scorso anno, mentre in Puglia si prevede un incremento +30/40% comunque inferiore alle attese di inizio primavera: sostanzialmente stabili rispetto allo scorso anno le produzioni di Calabria e Sicilia. È importante sottolineare, ribadisce Unaprol, che per dare un quadro della situazione chiaro occorrerà aspettare le ultime settimane prima della raccolta, che inizierà ad ottobre, decisive per la maturazione finale delle olive. Saranno importanti le piogge sia per innalzare le rese, sia per consentire alle aziende agricole di risparmiare sui costi di irrigazione.
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