RENDE «Col talento vinci la partita ma col gioco di squadra vinci il campionato»: la citazione di Michael Jordan è la frase con cui Wanda Ferro, impossibilitata a partecipare, fa sentire la sua voce alla convention di Rende tramite un messaggio audio. Il sottosegretario è intervenuto all‘iniziativa promossa a Rende da Fratelli d’Italia sul tema “L’Italia vincente, un anno di risultati”, una due giorni che però si riduce ad appuntamento singolo dal momento che tutte le manifestazioni politiche dei meloniani domani saranno annullate in concomitanza con l’apertura della camera ardente del presidente emerito della Repubblica, Giorgio Napolitano.
«Perché “l’Italia vincente” e perché un bilancio dei due anni di governo regionale con Occhiuto? Perché – ha esordito Ferro – vince l’Italia se vince il Sud e se vince la Calabria, se vince quel senso di appartenenza a quella visione che ci vede condurre alle tante battaglie nazionali – con la famiglia, le imprese, i giovani al centro, la giustizia sociale, la giustizia sociale, l’abolizione del reddito di cittadinanza – e quelle regionali, sono due governi che ci vedono protagonisti e di cui essere orgogliosi. A livello regionale siamo alleati e compagni di governo fedeli, affidabili e leali – ha aggiunto –, abbiamo dimostrato responsabilità anche su scelte magari complicate e impopolari come nella sanità, ma che premieranno nel tempo».
Applausi per la pasionaria meloniana nella sala che ha reso anche un commosso tributo tanto a Jole Santelli quanto al giornalista Pietro Bellantoni, scomparso nei giorni scorsi. Nel pubblico si fa vedere anche Orlandino Greco, sindaco di Castrolibero e campione di preferenze («L’ho invitato e come tanti altri, anche negli ordini professionali, ha risposto sì» spiega Fausto Orsomarso), ed è chiaro che se non si è in campagna elettorale per le Europee 2024 poco ci manca.
Mario Russo è l’astro nascente del movimento giovanile meloniano («Giocavo a calcio col padre, portiere» confesserà Roberto Occhiuto), il tema principale è l’immigrazione: l’europarlamentare Vincenzo Sofo non usa mezzi termini quando dice che «il Sud Italia non può essere il campo profughi d’Europa coi nuovi poveri e i nuovi disperati ammassati nelle tende» ma lancia anche una frecciatina non da poco agli alleati di governo a Roma lamentando che «sull’immigrazione siamo stati contestati anche da qualcuno della maggioranza» e in particolare «dalla Lega sono arrivate polemiche inutili»; a sorpresa riconosce all’allora ministro dell’Interno Marco Minniti la «riduzione degli sbarchi nel 2018/2019 frutto di quella stessa strategia che adesso la sinistra ci contesta e boicotta». Tra i risultati degni di nota del governo locale, invece, Sofo rivendica la Limina (ringraziando il capogruppo a Palazzo Campanella, Giuseppe Neri, e l’assessore Giovanni Calabrese, entrambi sul palco) e il potenziamento degli scali aeroportuali ad opera di Ryanair ed Easyjet in un momento non proprio propizio per le due compagnie low cost in Italia.
Con l’assessore Pietropaolo assente (giustificato) a Marsiglia tocca al collega Calabrese parlare soprattutto di lavoro: «Settemila tirocini in Calabria non sono un lavoro! Sono i nuovi poveri del futuro. Ricordo gli invisibili di San Giovanni in Fiore e Acri, dove ci sono 312 giardinieri… e poi quelli di Bocchigliero, Longobucco, Cariati». L’ex sindaco di Locri rivendica i «piccoli risultati concreti» come la legge sulle politiche attive del lavoro («mancava da 21 anni») e l’Arpal, lo sblocco della Limina («300mila persone tra Locride e Piana rischiavano di rimanere isolate per due anni») oltre ai cantieri sulla statale jonica 106.
Per Neri, Fratelli d’Italia deve essere «il nuovo partito del territorio, come accadeva in passato bisogna intercettare i bisogni dei cittadini e fare filtro con le istituzioni. Il nostro 30% di oggi è frutto del lavoro di Giorgia Meloni, ora questo dato va mantenuto». A Roberto Occhiuto il riconoscimento di aver avviato «una nuova stagione del regionalismo calabrese, mettendo mano anche in settori delicati come la sanità e i Consorzi di bonifica».
Nel pubblico annuiscono le due celebratissime consigliere regionali Luciana De Francesco e Sabrina Mannarino mentre l’eurodeputato Denis Nesci torna agli scenari macro e preferisce volare basso («Il programma si attua in cinque anni, non si fa il saldo dopo un anno»), attacca i colleghi di centrosinistra che a Bruxelles parlano male dell’Italia pur di attaccare il governo Meloni ma anche i governatori del sud poco collaborativi su un dossier Ue sulla fuga dei cervelli: «Con la Calabria mi hanno risposto solo Abruzzo e Puglia nella persona di Emiliano, da De Luca solo silenzio» (non cita il forzista Bardi, lucano).
Il deputato Alfredo Antoniozzi elogia l’operato dell’esecutivo sui migranti ma anche su mutui, energia, caro benzina ed extraprofitti delle banche: «Sono un ex democristiano e sono entrato in Fratelli d’Italia cinque anni fa, quando il partito era al 2,8%. Ora abbiamo dimostrato che non siamo un incidente della storia, ma le Europee saranno un momento delicato».
«I due anni li facciamo il 29 ottobre, piano coi festeggiamenti». Roberto Occhiuto è scaramantico ma intanto il regalo per la seconda candelina della sua giunta ce l’ha già: 60 nuove ambulanze acquistate su Consip (consegna prevista il 31 ottobre) cui se ne aggiungeranno altre 30 entro fine dicembre. Se la delegazione dei consiglieri regionali, dei parlamentari e degli europarlamentari di FdI ha tirato le somme sul primo anno di governo Meloni, il discorso del governatore è servito a ribadire da un lato la reciproca «lealtà» con il partito – e relativa promessa di maggiore visibilità in termini di deleghe – dall’altro a elencare i suoi, di risultati al governo: «In due anni nessuno ha fatto quanto noi».
E allora un entusiasta Mario Russo ne approfitta per rilanciare e chiedere uno sforzo in più per arrivare a una nuova legge regionale anche sul diritto allo studio: «È vecchia di trentotto anni, presidente mettiamoci mano». Occhiuto promette un gruppo di lavoro ad hoc e l’approvazione entro fine anno «se i consiglieri di Fratelli d’Italia lo vorranno», poi fa scivolare via le sneaker bianche: ma lo aspetta la barriera dei selfie e delle pacche sulle spalle.
x
x