REGGIO CALABRIA «Il dramma delle aree interne è quello dello spopolamento che via via nel tempo si sta perpetuando e che lascia ceppi di comuni vuoti per effetto delle migrazioni. C’è il rischio effettivo di uno spopolamento completo che porterà sicuramente al disastro ambientale. Le ricchezze dei boschi, il godere delle aree interne, dei panorami, delle ricchezze, non è pensabile che possa andare perso e depauperato». Il lento e inesorabile spopolamento, le difficoltà dei territori che vivono per diversi motivi uno stato di abbandono e isolamento, è spiegato bene da Giorgio Imperitura, sindaco di Martone, piccolo borgo arroccato nell’area interna della Locride.
È «isolamento» la parola che più volte negli ultimi mesi è stata pronunciata da chi nella Locride non ha scelto di nascere, ma ci vive e la sceglie ogni giorno nonostante le difficoltà che incontra. Un territorio affascinante, suggestivo, potenzialmente ricco eppure costretto a fare i conti con innumerevoli problematiche causate da una serie di fattori che lo hanno relegato ai margini: una delle più acute è quella infrastrutturale con strade progettate e mai realizzate, arterie decadenti, collegamenti ferroviari inesistenti. Un mix di mancati investimenti, ritardi e poca attenzione da sempre visibile, eppure reso ancora più evidente dalla paventata chiusura della galleria della Limina: una vicenda che ha messo in serie difficoltà la Locride, priva di “alternative” valide se a mancare completamente per ben venti mesi fosse stata la strada 682 “Jonio-Tirreno”, l’arteria che collega le due sponde in provincia di Reggio Calabria. Questi i temi affrontati nella prima puntata di “Calabria dell’altro Mondo”: un racconto ricco e dettagliato, attraverso la voce dei protagonisti, sulle difficoltà, le paure e le speranze di un territorio e dei suoi abitanti: un comprensorio di 42 Comuni letteralmente “ostaggio” di una strada.
«Un disagio che noi ragazzi della Ionica affrontiamo è quello di avere soltanto un pullman, quindi se io perdo quel pullman perché sto facendo lezione, non ho la possibilità di tornare a casa», racconta il 18enne Michelangelo Muià, studente del Liceo musicale di Cinquefrondi. Sveglia alle cinque e mezza per arrivare in tempo alle lezioni. «Io suono il sassofono contralto e le mie speranze per il futuro sono quelle di diventare prima di tutto una persona felice. E poi quella di vivere come musicista. In Calabria? Perché no? È la mia terra, è quella che amo», afferma Michelangelo sorridendo.
«Le scuole si spopolano, le istituzioni vanno via. Manca ora anche la presenza umana nei territori», afferma il sindaco Imperitura. «Non c’è stata una visione del futuro», è l’amara constatazione dell’imprenditore Carlofelice Tavernese, che sullo spopolamento dei territori afferma: «Il futuro è per forza compromesso perché quando ci sono perdite di questo genere non si può pensare diversamente, oltre alla perdita di denaro c’è la perdita di persone, perché le persone per forza scapperanno da qua, come hanno fatto negli anni passati».
Tra le tante questioni sollevate – tra cui la necessità di attenzione e manutenzione sulle strade esistenti – ci sono poi quelle delle opere che avrebbero potuto rappresentare un volano di sviluppo. Pensate, progettate, mai realizzate. «Dove ci sono le infrastrutture c’è lo sviluppo economico», afferma Ettore Lacopo, consigliere di amministrazione del Gal Terre Locridee, che racconta di una proposta fatta alla Città metropolitana: «L’idea era quella di realizzare la Città lineare della Locride, cioè pensare alla ferrovia come una metropolitana di superficie che desse la possibilità di usufruire dell’intero territorio. – spiega Lacopo – Ci sono tante cose che si possono fare, ma ricordiamoci sempre che la politica è molto lenta». Si era pensato di realizzare anche «una dorsale aspromontana, partendo da Mongiana, dalle Serre per arrivare fino allo Zillastro», racconta il sindaco di Martone. Un progetto in realtà mai realizzato «se non in forma molto superficiale, è stata un’enunciazione da parte della politica e da parte dei tecnici». Ma tra le opere incompiute più eclatanti, in parte realizzata e poi lasciata ferma al palo c’è la strada Bovalino-Bagnara, che «servirebbe a tutta l’area del sud della Locride e della Piana, è un’opera che è nata, è incompiuta e rischia di rimanere tale. Oggi invece poteva e doveva rappresentare la valida alternativa», spiega Vincenzo Maesano, sindaco di Bovalino e presidente dell’Assemblea dei Comuni della Locride. «Il problema è un problema viabilità, siamo nel terzo mondo da questo punto di vista, al di là del problema contingente Limina», rimarca Maesano che aggiunge: «Noi vogliamo mettere anche questo sul tavolo dell’interlocuzione col governo regionale e nazionale».
Un tunnel di 3,2 chilometri: la galleria della Limina, sulla strada 682 “Jonio-Tirreno,” è una delle più lunghe d’Italia. Un collegamento tra il versante ionico e tirrenico la cui importanza mai quanto oggi è stata così evidente: la sua possibile chiusura per lavori definiti «improcrastinabili» per 20 mesi a partire da gennaio 2024 ha fatto tremare due interi territori, quello della Locride e della Piana con i loro 300mila abitanti. Inaugurata il 10 agosto 1989 – e poi pienamente entrata in funzione nel 1990 – la trasversale, spiega il sindaco di Siderno Mariateresa Fragomeni, «si può dire che fosse già progettata in maniera vecchia, già superata». E oggi le criticità sono evidenti. «Ci sono infiltrazioni, percolazioni di acqua che si intravedono nella calotta, molte muffe. La sensazione è che il calcestruzzo sia in alcuni punti deteriorato», spiega il sindaco di Mammola e architetto Stefano Raschellà. «Una cosa molto interessante detta da Anas – ricorda Raschellà – è che è una galleria che ormai non è più rispondente alle normative e direttive europee».
Soprattutto sulla fascia ionica, i 42 comuni della Locride hanno dovuto convivere con la paura di restare «isolati». Una questione che ha tenuto banco per mesi e che ha mostrato la debolezza di tenuta di un territorio che soffre – come fin qui raccontato – a causa di carenze infrastrutturali, di servizi, manutenzione sui collegamenti esistenti. Dove gli aeroporti di Reggio Calabria e Lamezia Terme si trovano in media a un’ora e mezza di distanza in auto. Anche qui, in caso di chiusura della Limina raggiungere Lamezia o la stazione ferroviaria di Rosarno avrebbe rappresentato una vera e propria odissea, con la proposta di una strada alternativa – la Sp5 – ritenuta assolutamente inadeguata.
«Al di là della questione della chiusura della Limina – afferma Fragomeni – dobbiamo avere però un’alternativa perché non possiamo permettere che i nostri figli si sentano figli di un dio minore. La politica deve fare uno sforzo, deve voler investire in questo territorio».
«Cambia radicalmente l’approccio progettuale alla risoluzione del problema, si passa da una soluzione di completo rifacimento del rivestimento definitivo della galleria a una soluzione di riqualificazione integrale o parziale dei rivestimenti con la captazione delle acque, per quanto possibile, che oggi interessano la superficie della galleria. Cambiando l’approccio metodologico, cambia il piano di sicurezza e coordinamento, quindi cambiano tutti quanti gli strumenti previsti dal quadro normativo che devono assicurare un accettabile livello di rischio nell’ambito dell’esecuzione dei lavori. Ma cambiando anche la tipologia di intervento è tutto più snello». Così Francesco Caporaso, responsabile Anas Calabria, nel giorno della riunione tra Anas, Regione e sindaci ha spiegato ai presenti la proposta di creare un cantiere notturno, con la possibilità di attraversamento della galleria alle ambulanze che giorno e notte collegano gli ospedali di Locri e Polistena. La proposta, al termine di un confronto a Roma presso la Direzione operativa dell’Anas, verrà considerata fattibile e approvata a distanza di poche ore.
«Credo che il territorio della Locride – ha spiegato il presidente della Regione Roberto Occhiuto ai nostri microfoni – abbia dato una grande dimostrazione di maturità, di saggezza, perché tanti sindaci hanno deciso di impegnarsi insieme per evitare quello che sarebbe stato un disastro per il loro territorio e io sono felice che il loro supporto e anche le loro proteste legittime siano stati da stimolo per i miei uffici e per me stesso affinché si trovasse una soluzione migliore rispetto a quella prospettata prima da Anas.
«Si lavorerà – ha aggiunto Occhiuto – per fare la seconda canna che rappresenterà un investimento strutturale capace di rendere questa strada ancora più utile ai calabresi». «Visto che è necessario comunque fare un tunnel di fuga, – ha spiegato ancora Caporaso – si può chiedere al Ministero di introdurre nel contratto di programma il potenziamento, cioè la realizzazione di questo tunnel, di dimensioni che garantiscono l’esercizio. E’ una criticità, che diventa un’opportunità».
E la speranza è proprio quella che una situazione critica come quella vissuta dalla Locride possa trasformarsi presto in una opportunità concreta, che la paura così grande di un isolamento possa rappresentare uno stimolo per far sì che mai più un intero territorio si debba sentire “in trappola” davanti alla chiusura di una galleria. (redazione@corrierecal.it)
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