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Mater Domini, il potenziamento tecnologico procede. Resta il “nodo” pronto soccorso

Si stringono i tempi per l’area di emergenza urgenza ma azienda e Università di Catanzaro hanno ancora posizioni diversificate sulla localizzazione

Pubblicato il: 27/09/2023 – 17:16
Mater Domini, il potenziamento tecnologico procede. Resta il “nodo” pronto soccorso

CATANZARO Il potenziamento tecnologico prosegue e nel giro di 3-6 mesi potrebbe essere completato, resta ancora il “nodo” della localizzazione del pronto soccorso. Novità in arrivo per quanto riguarda l’azienda unica “Dulbecco” di Catanzaro presidio “Mater Domini”, che con l’inaugurazione della risonanza magnetica dell’area radiologica – in attesa da 18 anni della strumentazione adeguata – compie un passo avanti nel senso dell’ammodernamento, mentre per quanto riguarda il muovo pronto soccorso si sta ragionando su due ipotesi al vaglio del management, ipotesi che vedrebbero però ancora più di una distanza tra Università Magna Grecia e vertici aziendali.

L’intervento di La Regina

«Oggi con questa risonanza – osserva il commissario straordinario della “Dulbecco”, la Regina – abbiamo aperto il tema della programmazione delle tecnologie –  quindi il mammografo, la risonanza magnetica, due Tac che dovranno arrivare nei prossimi mesi, una gamma camera, un angiografo. Diciamo che c’è un’idea chiara di come rinnovare le tecnologie purtroppo piuttosto obsolete di questa struttura. La maggior parte delle nuove tecnologie sono già state accettate dal punto di vista del finanziamento, per cui dobbiamo solo vedere quando noi siamo in grado di mettere a punto le infrastrutture, dove saranno accolte e quindi poter procedere. Io penso – ha sostenuto il commissario della “Dulbecco” – che nel giro di qualche mese – 3-6 mesi – il parco tecnologico del policlinico sarà rinnovato. Penso che questo faccia la differenza: queste strutture di diagnostica per tanto tempo hanno subito questa criticità, io penso che mettendo a disposizione macchine di qualità più efficaci e più sicure si può fare la differenza dal punto di vista della diagnostica strumentale». Quanto al pronto soccorso, per La Regina «l’idea progettuale è già pronta, in questi giorni sarà inviata al presidente e commissario ad acta e al rettore, di intesa lavoreremo sulla mia proposta e quindi penso che questo possa già avviare il discorso della ristrutturazione. Intanto abbiamo già individuato il settimo piano – dov’era Malattie infettive – per quanto riguarda l’Mce, la medicina e chirurgia d’urgenza: 10 posti letto, abbiamo già avviato le procedure di assunzione per 12 infermieri e 6 Oss e 6 medici di chirurgia, per cui stiamo avviando quel percorso che ci porterà ad accettare anche la domanda di emergenza».

L’intervento di De Sarro

Per quanto riguarda il pronto soccorso, se la Regina parla di locali già esistenti da ristrutturare invece il rettore dell’Umg Giovambattista De Sarro sembra attestato su una linea differente, quella di puntare su locali nuovi: «Con la Regina – ha osservato De Sarro –  stiamo cercando di trovare la migliore soluzione per potere aprire il più presto possibile, perché a parere mio distruggere e ristrutturare richiede più tempo e più denaro che costruire qualcosa ex novo. Sono passati 35-40 anni da fu ipotizzato il pronto soccorso qui, quindi non è più un pronto soccorso moderno. Come ha detto La Regina abbiamo avuto la possibilità di avere un’area al settimo livello che possiamo dedicare, ma quest’area è vicina sia alla medicina generale, alla geriatria sia alla chirurgia, è un’area individuata con criterio e non a casaccio. Speriamo di poter partire il più presto possibile perché credo che saremo una risorsa per l’intero territorio. Il pronto soccorso non è all’esterno, è sempre all’interno del campus, è collegato nel miglior modo possibile sia con l’area radiologica sia con la rianimazione sia con la chirurgia. È l’idea migliore, piuttosto che metterlo in un angolo del policlinico e fare dei percorsi lunghi: quindi – ha concluso il Rettore dell’Umg – dobbiamo costruire un pronto soccorso il più moderno possibile, al passo con i tempi».

Il tema delle scuole di specializzazione

Lo stesso De Sarro ha poi commentato positivamente il recente riparto del ministero dell’Università sulle scuole di specializzazione in Italia: «Siamo soddisfatti che il ministero ha riconosciuto la valenza dei nostri colleghi e ha aumentato le borse che venivano date all’Università di Catanzaro, sono quasi una quarantina in più dal ministero e in più ne sono arrivate 80 dalla Regione e quindi potenzialmente possiamo formare più specializzandi. Con l’arrivo di una macchina come questa o di altre attrezzature molto performanti ovviamente potremo formare specializzandi al passo con i tempi e fare molte più diagnosi più precoci sul territorio. Ben vengano queste risorse, poi speriamo di poter dare ai colleghi i “soldati2, gli specializzandi, i tecnici e tutto il personale, per potere garantire una diagnostica che non è di Catanzaro ma di tutta la Calabria». (c. a.)

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