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L’intervento

Giustizia civile, de Notaristefani: «C’è bisogno di efficienza»

Intervento del presidente dell’Unione Nazionale delle Camere Civili ad un incontro a Rende: «Non si raggiunge restringendo le garanzie»

Pubblicato il: 28/09/2023 – 18:17
Giustizia civile, de Notaristefani: «C’è bisogno di efficienza»

RENDE «La giustizia civile ha bisogno di maggiore efficienza; ma non puo’ e non deve essere trovata respingendo i cittadini dai Tribunali a colpi di sanzioni, la cui efficacia dissuasiva e’ inversamente proporzionale al reddito; o intimidendo gli avvocati con lo spettro di dichiarazioni di inammissibilita’ collegate a criteri sempre più formali, sempre piu’ evanescenti e sempre più discrezionali, fino a sfociare nell’arbitrium merum. L’efficienza della giustizia si incrementa intervenendo sull’organizzazione e assicurando, nei limiti del possibile, la prevedibilita’ dell’esito dei giudizi, troppo spesso trasformati in un responso oracolare piuttosto che nell’equilibrata applicazione di regole condivise». È uno dei passaggi della relazione introduttiva del presidente dell’Unione Nazionale delle Camere Civili, Antonio de Notaristefani, alla due giorni di lavori dell’assemblea dell’associazione dal titolo “L’avvocato tra tutela dei diritti, obblighi di solidarieta’ e ragioni di efficienza”, in corso a Rende (Cs) all’Università della Calabria.
«L’efficienza della giustizia – ha spiegato de Notaristefani – si incrementa ripristinando una corretta separazione tra chi fa le leggi e chi le applica, in maniera da evitare che la concentrazione delle due funzioni in una stessa corporazione produca norme che rispondono ad interessi particolari, e con esse quel sonno della ragione che genera mostri: come altro definire la balzana idea secondo cui sarebbe possibile svolgere una discussione orale a trattazione scritta? Le parole che dicono la verità hanno una vibrazione diversa, sosteneva uno scrittore che mi è caro: mi spaventa molto che i giudici sembrino non volerla più cogliere, perche’ sospetto che considerino i processi come pratiche da smaltire, senza più quel tormento del dubbio che è il presupposto imprescindibile perché si arrivi ad una sentenza giusta».
Per il presidente dell’Uncc, «l’efficienza della giustizia non si persegue rendendo gli strumenti di impugnazione non piu’ garantiti, ma tollerati, a condizione che non se ne abusi, facendo perdere troppo tempo a chi deve decidere. Verrebbe da sorridere all’idea che qualcuno, applicando la stessa logica, per ridurre le liste di attesa degli ospedali potrebbe decidere di imporre ai medici di limitare la durata delle visite ai pazienti a dieci minuti, o i ricoveri a due giorni. Queste sono solo alcune delle doglianze – ha fatto rilevare – che risuonano abitualmente nei convegni in cui parlano gli Avvocati, a cui di certo non sono addebitabili quegli abusi».
Secondo de Notaristefanis, «la globalizzazione dei mercati ha dato luogo ad una commistione tra economia e diritto comparato: oggi, gli avvocati devono sapere di entrambi. La crisi del modello di famiglia, e le gravi questioni di bioetica, impongono non solo una conoscenza del diritto positivo, ma una sensibilita’ sociale e una competenza di ascolto dei nuovi bisogni di cui l’Avvocato deve sapersi dotare: chi ha difeso Eluana Englaro, non si è limitato a studiare le leggi esistenti. La scarsezza delle risorse della giurisdizione sempre piu’ trasferisce compiti che erano dei giudici ad accordi tra le parti ed i loro Avvocati: che ruolo svolge la solidarietà, in tutto questo? Contratti conclusi tra parti e Avvocati che costituiscono titolo esecutivo, decidono della sorte di minori, consentono l’acquisizione delle prove o l’adozione di misure cautelari: ci viene affidato un compito che non è più limitato alla sola difesa. Spetta a noi, esercitarlo nel modo migliore».
«Quei nuovi compiti – ha osservato – non possono costituire soltanto strumenti di (auspicata) integrazione del reddito: tenere conto del dovere di solidarietà puo’ essere anche un modo per aumentare l’effettivita’ della tutela. Quale deve essere, oggi, il punto di equilibrio tra tutela dei diritti, dovere di solidarieta’, e ragioni di efficienza? Sono esigenze tra di loro in contrasto, oppure è possibile comporle e ponderale per raggiungere un obiettivo che puo’ essere reso comune? Non abbiamo e non ho – ha concluso – la pretesa di dare una risposta. A chi dovesse chiedere cosa faremo in questi giorni, risponderei: faremo la nostra parte e sarà la qualità del confronto a far sì che questa possa essere utile e proficua».

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