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Acqua, Marati (Sorical): «Nel Sud assuefazione a livelli del servizio molto bassi»

Il direttore generale della società: «Nel Meridione opere a rischio collasso, serve un Piano Marshall. In Calabria una grande sfida»

Pubblicato il: 29/09/2023 – 11:18
Acqua, Marati (Sorical): «Nel Sud assuefazione a livelli del servizio molto bassi»

ERCOLANO «In tema di water service divide occorre passare dalla teoria alla pratica. Nel Sud ci sono aree nelle quali c’è un’assuefazione a livelli di servizio che non sono ammissibili nell’Italia del 21mo secolo. Non è possibile tollerare che da anni alcune città abbiano un servizio solo per fasce orarie diurne e chiudano l’erogazione ogni notte. Non è tollerabile che tanti comuni, al di là degli sprechi e delle perdite delle reti, siano costretti a turnazioni ed erogazioni a fasce orarie diurne nei mesi estivi, dove la presenza turistica richiederebbe invece un servizio idrico adeguato ed efficiente. Non è possibile che i grandi schemi di adduzione realizzati in gran parte negli anni 70 dalla Casmez progrediscano verso condizioni di vetustà e degrado che si è costretti ad affrontare con riparazioni ricorrenti che creano disservizi ripetuti, anziché interventi di ammodernamento e rifunzionalizzazione». Lo ha detto il direttore generale di Sorical,  Giovanni Paolo Marati, intervenendo alla tavola rotonda con maggiori gestori italiani sul tema  “La visione industriale del servizio idrico integrato per superare il water divide e creare valore nel rispetto delle persone e dell’ambiente” all’ottava edizione di Servizi a Rete Tour ad Ercolano (NA).

«Per il Sud serve un piano Marshall»

Sugli investimenti messi in campo dallo Stato e dall’Unione Europea per il servizio idrico, Marati ha ricordato «che molte aree del Sud, inclusa la Calabria, non hanno potuto accedere ai primi fondi pubblici del Pnrr per mancanza dei requisiti essenziali quali l’affidamento del servizio ad un gestore a norma di legge. E il governo regionale della Calabria si è affrettato con tempi veramente da record ad acquisire le quote del socio privato di Sorical per trasformare la società in un soggetto in house providing al quale è stato affidato il servizio, rimuovendo appunto i vincoli che impedivano la partecipazione ai bandi del Pnrr. Ed infatti la società è stata ammessa alla partecipazione al secondo bando, dove è in graduatoria tra i progetti finanziabili. Quindi, se gli investimenti finiscono al Nord la responsabilità è in parte anche del Sud. Tuttavia alcune aree del Sud hanno bisogno di un vero e proprio piano Marshall non solo per recuperare il gap con il Nord, ma soprattutto per assicurare la continuità del servizio idrico che invece oggi spesso non è garantita. Non si può pensare di attendere i tempi necessari per la crescita industriale con l’autofinanziamento unicamente tramite la tariffa degli investimenti. Spesso si tratta di opere realizzate dalla Cassa per il Mezzogiorno che hanno avuto manutenzioni inadeguate e che in alcuni casi sono a rischio di collasso. Lo Stato deve assicurare quanto necessario per intervenire con urgenza e in modo massiccio».

La sfida in Calabria

Sulla governance delle società del servizio idrico, Marati, che vanta esperienza ultra decennali in Campania e Toscana, ha evidenziato che «ci sono esperienze di società miste dove la dinamica tra soci pubblici e privati ha reso particolarmente difficile lo sviluppo industriale del servizio, così come esperienze nelle quali i soci pubblici sono talmente orientati verso l’efficienza e lo sviluppo che sarebbero ormai ampiamente in grado di gestire in house il servizio».
Parlando dell’esperienza in Calabria ha puntualizzato: «Sicuramente è più sfidante, inutile negarlo, l’attuazione di questo modello in realtà come la Calabria dove non ci sono state esperienze industriali ma quasi esclusivamente gestioni in economia. Ad oggi vi posso assicurare che c’è un forte committment da parte del governo regionale e penso sia essenziale che si prosegua con questo obiettivo di costruzione di un forte soggetto gestore unico regionale».
Capitolo investimenti: «Non possiamo negare – ha precisato – il grande impulso dato dalle regole per l’accesso ai fondi del Pnrr per il definitivo superamento delle tantissime resistenze che per decenni hanno impedito, soprattutto nel Sud del Paese, l’attuazione della riforma del servizio idrico integrato ed il mantenimento di una frammentazione spinta delle gestioni, spesso nelle forme più anti-industriali quali appunto quelle in economia. Ora occorre puntare a una pianificazione pluriennale degli interventi mediante un’accorta gestione dei finanziamenti pubblici che si concentri sugli obiettivi prioritari di significativo miglioramento degli standard del servizio, sia idrico che fognario e depurativo».

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