ROMA Come in ogni matrimonio finito male, difficile che tutto si chiuda con la semplice separazione. Così l’addio choc di Roberto Mancini alla nazionale azzurra rischia di lasciare un pesante strascico legale tra l’ex ct, ora sulla panchina dell’Arabia Saudita, e la Federcalcio. La Figc, come da annuncio del suo numero uno, Gabriele Gravina, ha infatti avviato l’iter per una (al momento ancora eventuale) causa di risarcimento danni: si vuole prima valutare quali margini legali vi siano per una richiesta in tal senso, dopo le dimissioni di Ferragosto. «Ho informato il consiglio di quanto successo in termini di recesso immediato dal contratto con la presentazione delle dimissioni e il consiglio ha deliberato di poter dare mandato a un professionista per avere un parere tecnico legale e capire che opportunità ci possano essere su un’ipotesi di richiesta di risarcimento», ha spiegato Gravina a margine del consiglio federale. «Il tema – ha aggiunto – tornerà poi all’attenzione del consiglio dopo il parere di un professionista». La volontà, dunque, è quella di capire i margini di successo o soccombenza in un eventuale causa dopo un addio arrivato come un fulmine a ciel sereno, visto che nemmeno dieci giorni prima delle dimissioni, Mancini era stano nominato anche coordinatore delle nazionali U20 e 21. «Non sentivo più la fiducia», aveva detto l’ex ct, spiegando poi la sua decisione, e lamentando in particolare la presenza di una clausola contrattuale che prevedeva la fine del contratto in caso di mancata qualificazione a Euro 2024. Versione fortemente contestata dalla Figc, con la sottolineatura che il ruolo di coordinatore di tutte le nazionali e il nuovo staff erano stati ampiamente concordati, ed erano quello sì segno tangibile di affidamento. Così ieri sera è stato solamente un saluto quello tra Gravina e Mancini, entrambi presenti alla cena di gala della Ryder Cup alle Terme di Caracalla. «L’educazione è fondamentale», ha detto Gravina, che ha però intrapreso la via della legge. Certo, al momento ancora in una fase interlocutoria, in attesa del parere legale. Ma il presidente della Figc che nel frattempo si è voluto togliere qualche altro sassolino dalla scarpa come quando ha rispedito al mittente le accuse della calciatrice svedese del Milan, Kosovare Asllani, sulla decisione di giocare la gara di Nations League contro le azzurre a Castel di Sangro. Parole che il numero uno della Figc ha definito «una mancanza di rispetto e di educazione», con la Federcalcio che ha scritto una lettera alla federazione svedese per esprimere il proprio disappunto, rimarcando il fatto che anche 6 squadre di Serie A hanno attività a Castel di Sangro (tra cui il ritiro estivo del Napoli campione d’Italia). Gravina ha preferito poi non entrare nel merito dell’inchiesta di Roma, dove De Laurentiis è indagato per falso in bilancio per l’acquisto di Osimhen. «Sull’atto specifico non so cosa abbiano verificato, non ne ho idea, ho letto quello che hanno letto tutti. Rimango in attesa di comunicazioni formali e ufficiali, che in questo momento non ho. Certo mi dispiace perché si possono generare ulteriori tensioni che un campionato così bello e avvincente non meritava”, le parole del n.1 Figc, riponendo come sistema federale “grande fiducia e rispetto nell’autonomia degli organi di giustizia». Chiusura sul tema delle riforme del calcio italiano: Gravina non accetta che la mancata attuazione del progetto ricaschi unicamente in capo al presidente federale. «Come sapete c’è una libera autonomia e responsabilità in capo alle componenti e c’è una norma statutaria che parla di intesa tra le parti». Intanto, però, lo scorso 20 settembre in Via Allegri le componenti si sono riunite per delle riflessioni su come migliorare lo stato del calcio italiano con i pilastri che secondo Gravina devono essere quelli della «solvibilità, stabilità e sostenibilità». E delle prime novità arrivano già in tema di licenze nazionali perché è stato anticipato al 10 giugno il termine ultimo per poter definire conclusa ogni operazione di verifica d’ammissione ai campionati. (Ansa).
x
x