CATANZARO Il Tribunale di Catanzaro, sezione misure di prevenzione, ha sciolto la riserva assunta all’udienza del 15 maggio scorso, e ha rigettato la proposta che era stata formulata dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro di sottoporre a misura di prevenzione personale e patrimoniale i fratelli Francesco Perri (difeso dagli avvocati Salvatore Staiano e Aldo Ferraro), Pasqualino Perri (difeso dall’avvocato Francesco Gambardella) e Marcello Perri (difeso dall’avvocato Michele Cerminara). La Procura di Catanzaro aveva infatti chiesto che i fratelli Perri fossero sottoposti alla misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno nel comune di residenza per 5 anni, e soprattutto che fosse confiscato il loro intero patrimonio, stimato dalla Guardia di Finanza procedente in 800 milioni di euro, perché ritenuto di derivazione illecita.
Il Tribunale ha, inoltre, revocato il sequestro che era stato disposto in via anticipata dallo stesso Tribunale ed eseguito il 23 febbraio 2022, che aveva interessato l’intero patrimonio dei fratelli Perri, che in questi 18 mesi è stato gestito dagli amministratori giudiziari nominati dai giudici. Un valore determinante, rispetto alla decisione rassegnata oggi, hanno assunto le risultanze della consulenza tecnica elaborata nell’interesse di Francesco Perri dai dottori Claudio Schiavone e Vittoria Iaquinta, ritenuti tra i principali esperti a livello nazionale in materia di ricostruzione contabile e sperequazione, e dalla dottoressa Alessandra Neri, tanto da avere il Tribunale più volte richiamato le conclusioni rassegnate dagli stessi consulenti sulle quali si regge il motivato del rigetto della proposta formulata dalla Procura del capoluogo. Analogamente decisiva è stata l’assoluzione pronunciata dal Tribunale di Lamezia Terme nei confronti di Francesco Perri all’esito del processo “Andromeda”, laddove egli è stato assolto dal reato di associazione mafiosa “per non avere commesso il fatto”, il che ha consentito al Tribunale di escludere a monte l’esistenza dei presupposti che avrebbero legittimato e consentito l’applicazione nei confronti di Francesco Perri, e dei suoi fratelli, delle invocate misure di prevenzione personale e patrimoniale.
Il collegio difensivo era composto dagli avvocati Francesco Gambardella, Michele Cerminara, Aldo Ferraro e Salvatore Staiano, con la collaborazione di Marta Staiano e Livio Muscatiello, Giuseppe Mussari.
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