CATANZARO Il vulnus è stato sanato, almeno per un po’ di tempo. La decisione del presidente Roberto Occhiuto di affidare la reggenza di Azienda Zero al commissario dell’Annunziata di Cosenza Vitaliano De Salazar chiude una fase particolarmente delicata per il governatore nella sua veste di commissario della sanità calabrese. Negli incontri riservati che ha avuto in quest’ultimo mese, del resto, Occhiuto – a quanto risulta – non avrebbe nascosto, oltre al dolore per la scomparsa di Giuseppe Profiti con cui aveva legato anche una forte amicizia, anche una certa preoccupazione in prospettiva. Una preoccupazione peraltro legittima, sia per lo spessore indiscutibile di Profiti – protagonista insieme a Occhiuto delle più importanti svolte nel settore in questi ultimi tempi, dalla prima ricognizione del debito al ridisegno delle reti – sia per il futuro di Azienda Zero, per mesi oggetto misterioso e da sempre nel mirino dei burosauri del Tavolo Adduce. Ma Profiti negli ultimi mesi era riuscito a incanalare Azienda Zero in un percorso ordinario – l’atto aziendale, il bilancio, i primi distacchi di personale – che stava portando l’ente verso la piena operatività, che il supermanager aveva fissato all’1 gennaio 2024. L’aver trovato la quadra con la scelta ad interim di De Salazar sotto questo aspetto rasserena (dovrebbe rasserenare) il quadro. Del resto, dei manager che oggi guidano le aziende calabresi De Salazar è quello che più di tutti presenta alcuni tratti di Profiti: anzitutto una lunga e solida esperienza in ruoli apicali e in sanità di altre regioni complesse come il Lazio, e poi altrettanto solide relazioni romane, che sono poi quelle alle quali guarda lo stesso Occhiuto, che è di casa al livello governativo e con il livello governativo ha le interlocuzioni e le partite più importanti.
C’è da capire comunque come si dovrà intendere la reggenza (il “pro temopre”) di De Salazar, perché fonti della Cittadella sostengono a esempio che l’interim dovrebbe servire essenzialmente a traghettare Azienda Zero in un porto finalmente sicuro, con la possibilità di espletare la sua mission di ente unico di governo della sanità regionale, centralizzando le funzioni e le competenze, soprattutto quelle finora non assolte (o male assolte) dal Dipartimento regionale e dalle Asp e dalle aziende ospedaliere. Si tratta poi di capire se De Salazar possa essere anche il nome giusto per la fase successiva al traghettamento (giusto per la cronaca, nelle scorse settimane è stato emanato l’avviso per il dg dell’Annunziata di Cosenza). In ogni caso, la nomina di De Salazar ha almeno due chiavi di lettura. La prima legata alla stessa Azienda Zero e a quello che dovrà fare dal 2024 in poi, considerando che Occhiuto ha già più volte ribadito che il modello resta quello originario e il progetto va avanti. La seconda va inserita nel complessivo sistema sanitario calabrese. Nelle ultime settimane la governance del settore che solo un mese fa sembrava molto precaria è stata fortemente puntellata da Occhiuto, prima con la nomina della dg del Dipartimento Tutela della Salute Iole Fantozzi quale secondo sub commissario e ora con la reggenza ad Azienda Zero. Resta ancora da definire qualche casella anche se il “risiko” ora si è parecchio dipanato. Il Dipartimento Tutela della Salute – riferiscono fonti accreditate – a breve dovrebbe essere assegnato ad interim a Tommaso Calabrò, dg della transizione alla regione (la “vecchia” Presidenza), per il post si parla dell’attuale vicario Francesco Lucia ma in tanti in realtà vedono come “papabile” futuro dg ‘attuale sub commissario Ernesto Esposito. In ogni caso, sono partite che si snoderanno nel futuro più o meno prossimo. Intanto, per Occhiuto la “quadra” significa poter affrontare in modo più strutturato le prossime sfide, che sono il Tavolo Adduce di fine ottobre, lo start della nuova rete dell’emergenza tra novembre e dicembre, la seconda fase della ricognizione del debito e le prime concretizzazioni della riprogrammazione della rete ospedaliera e territoriale. (a. cant.)
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