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la ricostruzione

Il colpo al portavalori con le auto intestate ai parenti dei rapinatori

Rapina ai vigilantes a Reggio, per il gip «gli indagati hanno agito con professionalità». I sopralluoghi, l’aggressione e la fuga della gang

Pubblicato il: 29/09/2023 – 13:04
Il colpo al portavalori con le auto intestate ai parenti dei rapinatori

REGGIO CALABRIA «Hanno dimostrato particolare abilità e professionalità nel compiere i fatti e nel gestire le varie evenienze che si sono presentate nella fase operativa della rapina». È quanto scrive il gip Vincenzo Quaranta nell’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa nei confronti dei tre presunti rapinatori autori del colpo avvenuto a Reggio Calabria in via Miraglia nel settembre 2022 ai danni di due guardie giurate impiegate nelle operazioni di prelievo di denaro contante dal caveau della banca Intesa San Paolo.
In manette sono finiti Francesco Pellizzeri di 50 anni residente a Rosarno, Francescoantonio Sabato di 44 residente a Sinopoli e Giuseppe Alvaro di 26 anni di Sinopoli. Grazie ai filmati registrati dall’impianto di videosorveglianza dell’istituto bancario e dalle telecamere presenti nella zona, gli agenti della squadra mobile diretta da Alfonso Iadevaia hanno ricostruito la fuga dei rapinatori poi identificati. Stando alle indagini, coordinate dai pm Matteo Campagnaro e Chiara Greco, mentre Francesco Pellizzeri è il soggetto che ha aggredito la guardia giurata puntandogli contro una pistola giocattolo sprovvista del tappo rosso, Giuseppe Alvaro è il rapinatore che nei giorni precedenti ha eseguito dei sopralluoghi nei pressi della banca e che, il giorno del colpo, ha sfilato la pistola d’ordinanza al vigilante. Francescantonio Sabato, invece, ha svolto «l’insostituibile ruolo di “palo” compiendo plurimi giri intorno all’area, e di “autista” recuperando il complice Alvaro nel corso della fuga di quest’ultimo e così consentendo il definitivo allontanamento suo e di Alvaro dal luogo teatro dei fatti».
Fatti che, secondo il gip «dimostrano spregiudicatezza, sfrontatezza e pericolosità fuori dal comune, se si considera che hanno agito nella convinzione di non essere identificati, come può ricavarsi dal fatto di avere utilizzato macchine formalmente intestate a loro parenti e in zone caratterizzate dalla presenza di sistemi di videosorveglianza anche pubblici. Hanno dimostrato particolare abilità e professionalità nel compiere i fatti e nel gestire le varie evenienze che si sono presentate nella fase operativa della rapina». (Ansa)

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