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la confessione

“Reset”, il neo pentito fa il nome dell’assessore cosentino De Cicco

La rivelazione nei primi verbali di Francesco Greco: «Mi recai da lui per chiedere a nome di Roberto Porcaro 2.500 euro»

Pubblicato il: 29/09/2023 – 15:57
“Reset”, il neo pentito fa il nome dell’assessore cosentino De Cicco

COSENZA L’attività relativa alle sale giochi ed alle scommesse – secondo la Dda di Catanzaro – sarebbe in mano alla criminalità cosentina. La circostanza è emersa nel corso dell’indagine “Reset“, in uno dei capitoli dedicati al “gaming“.  Nella corposa e dettagliata narrazione fornita da alcuni pentiti compare anche il nome di Francesco De Cicco, attuale assessore del Comune di Cosenza ed ex consigliere comunale. Arrestato e posto ai domiciliari a seguito dell’inchiesta coordinata dalla Dda di Catanzaro, De Cicco è tornato in libertà e oggi continua il proprio lavoro in qualità di assessore nell’amministrazione comunale bruzia.
In passato, sono stati i collaboratori di giustizia Silvio Gioia e Roberto Violetta Calabrese a tirare in ballo De Cicco (ne abbiamo parlato qui). Che viene citato anche nei racconti del neo pentito Francesco Greco.

Il contributo per la detenzione di Porcaro

«Mi recai dall’assessore Francesco De Cicco, sempre chiedendo, a nome di Roberto Porcaro, un contributo di 2.500 euro per la detenzione sofferta da questi», esordisce il collaboratore. Il periodo di riferimento è il 2017, anno in cui l’ex reggente del clan degli “Italiani” esce dal carcere ed incarica il suo luogotenente, Francesco Greco, «di andare a riscuotere da diverse persone “un contributo” a titolo personale per la sua pregressa detenzione». Tra i nomi segnalati, vi sarebbe anche quello dell’attuale assessore di Cosenza. Secondo il pentito, «dopo qualche giorno l’assessore mi consegnò la somma che io consegnai direttamente nelle mani di Roberto Porcaro, riferendogli che De Cicco si era comportato bene nel corrispondere la somma senza batter ciglio; a quella mia esternazione, Roberto Porcaro mi ribatteva che, in realtà, quei 2.500 euro non significavano quasi nulla atteso che De Cicco era in debito nei suoi confronti e nei confronti di Mario Piromallo di una somma di circa 100.000 euro, derivante dagli investimenti che avevano fatto insieme nell’attività del “Popily Street”».

I campetti di Via Popilia

Il racconto prosegue e il collaboratore aggiunge dettagli al suo racconto: «Inoltre, rispetto alla pretesa dei 2.500 euro, lo stesso Roberto Porcaro mi spiegava che vi era stato il disappunto di Mario Piromallo, il quale aveva interesse a difendere Francesco De Cicco poiché quest’ultimo, anche nella sua qualità di assessore, aveva agevolato Piromallo nella concessione dei campetti di calcio di Via Popilia». Le dichiarazioni rese dal collaboratore di giustizia e annotate nei verbali di interrogatorio, dovranno essere ovviamente riscontrate e provate. (f. b.)

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