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Regione, al via riflessioni e confronti su riforme istituzionali e legge elettorale

In prima Commissione in settimana all’odg un testo di legge dell’opposizione su sbarramento e voto disgiunto. Il centrodestra guarda più allo Statuto

Pubblicato il: 01/10/2023 – 12:36
Regione, al via riflessioni e confronti su riforme istituzionali e legge elettorale

REGGIO CALABRIA I tempi probabilmente non sono ancora maturi, ma i ragionamenti nei partiti e negli schieramenti politici ci sono già, vanno solo approfonditi. In Calabria il tema delle riforme – legge elettorale regionale ma non solo – è rimasto finora sostanzialmente sotto traccia ma nella prossima settimana potrebbe quantomeno avere un impulso. All’ordine del giorno della prossima seduta della prima Commissione del Consiglio regionale, in programma mercoledì, ci sono due proposte di legge che provengono dai banchi dell’opposizione che riguardano proprio questo aspetto estremamente importante per la vita della Regione: una proposta di legge congiunta Antonio Lo Schiavo (capogruppo Misto componente Liberamente progressisti)-Raffaele Mammoliti (Pd) in tema di sbarramento e di voto disgiunto e una proposta di legge dello stesso Mammoliti in tema di circoscrizioni elettorali.

Lo Schiavo e Mammoliti

I testi di legge

In particolare, con la prima proposta di legge Lo Schiavo e Mammoliti si propongono di ripristinare – così dissero in una conferenza di presentazione del testo – «la possibilità, per l’elettore, di esprimere un voto di lista e uno di preferenza anche per una lista non collegata al candidato presidente (cosiddetto voto disgiunto), sancendo così l’autonomia tra l’elezione del presidente della Giunta regionale e il voto per il Consiglio regionale; abbassare la soglia di sbarramento per l’ingresso in Consiglio regionale al 3 per cento sia per le liste che per le coalizioni, superando così il disequilibrio causato dall’attuale normativa che prevede l’assegnazione di seggi alle liste che superino il 4 per cento sul territorio regionale, collegate ad una lista regionale che superi l’8 per cento dei voti». L’obiettivo di questa proposta di modifica della legge elettorale è quello di garantire una maggiore partecipazione anzitutto dei cittadini, in modo da evitare il tristissimo fenomeno dell’astensionismo (ormai mediamente intorno al 50% in Calabria) sia la congrua partecipazione di forze politiche che comunque hanno un consenso consistente sul territorio. In più, con un’ulteriore proposta di legge di Mammoliti si punta a ripristinare i cinque collegi elettorali provinciali (oggi sono tre, con Vibo e Crotone accorpati a Catanzaro), con l’obiettivo di avere una rappresentanza territoriale in Consiglio regionale più estesa. Per la verità, i due testi di legge sono stati depositati parecchio tempo fa (a fine dicembre quello Lo Schiavo-Mammoliti), e il fatto che solo ora sono stati calendarizzati in prima Commissione significa che hanno fatto presa le reiterate sollecitazioni da parte delle minoranze sull’opportunità di esaminare anche le loro proposte.

La posizione della maggioranza

Parallelamente, questo ritardo nell’inserimento dei testi all’ordine del giorno dei lavori consiliari sembra dire anche un’altra cosa: sul tema della legge elettorale al momento il maggioranza di centrodestra non sembra manifestare particolare trasporto, tutt’altro. In una recente riunione “conviviale” tra il presidente della Giunta Roberto Occhiuto, il presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso e i capigruppo di maggioranza, riunione  convocata per tracciare una sorta di agenda autunnale e invernale, la posizione che è emersa sarebbe quella di occuparsi di riforme istituzionali ed elettorali nella seconda metà della legislatura. Inoltre – spiegano fonti del centrodestra – in realtà i pensieri della maggioranza sarebbero orientati non tanto alla modifica della legge elettorale quanto a eventuali interventi di novellazione e di rivisitazione dello Statuto: in questo senso si starebbero attendendo le evoluzioni del dibattito nazionale, perché allo studio del governo ci sarebbe anche una ipotesi di ritoccare il sistema istituzionale delle autonomie prevedendo un aumento del numero dei componenti delle Giunte e dei Consigli  regionali (parametrato comunque alla popolazione). In estrema sintesi, alcuni analisti politici sostengono che le proposte di legge provenienti dall’opposizione dovrebbero avere vita non particolarmente lunga, ma intanto avranno il merito di riportare nell’agenda il tema delle riforme istituzionali. (a. cant.)

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