CATANZARO Un fulmine a ciel sereno. Nei modi, nei tempi e negli effetti. Il silenzio sta circordando l’addio di Vincenzo La Regina dalla guida dell’azienda ospedaliera università “Dulbecco” di Catanzaro, l’azienda unica nata dalla fusione (soltanto per la legge, ancora…) dell’ospedale Pugliese Ciaccio nel Policlinico universitario Mater Domini. Un vulnus gestionale che apre diversi interrogativi e proietta più di un’ombra su un processo di integrazione che ovviamente tutti sanno essere complicato e difficilissimo ma che adesso inevitabilmente subisce una battuta d’arresto o quantomeno una “frenata”. La successione di La Regina è un “rompicapo” che adesso dovrà essere risolto dal governatore e commissario della sanità calabrese Roberto Occhiuto e dall’Università di Catanzaro, il cui “concerto” è necessario per indicare un nuovo commissario. Tra gli addetti ai lavori sono in tanti che avrebbero auspicato una maggiore chiarezza sulle motivazioni dell’addio da parte di La Regina, che solo due giorni prima di accettare l’offerta del collega (e amico nonché già manager in Calabria e alla stessa Mater Domini) Francesco Marchitelli aveva ricevuto da Occhiuto gli obiettivi di mandato e con lo stesso Occhiuto – e il rettore dell’Umg Giovambattista De Sarro – sempre due giorni prima aveva inaugurato la nuova risonanza al reparto di Radiologia del Policlinico.
Nessuna dichiarazione ufficiale, ma tante indiscrezioni. Si parla della fine dell’iniziale “luna di miele” tra La Regina e Università, che avrebbe premuto fortemente per dettare la linea sulla “gestione” dell’atto aziendale e sulla localizzazione del nuovo pronto soccorso. Si parla anche di un La Regina non “aiutato” a restare a causa della precarietà del suo incarico (scade a fine dicembre con la scadenza dell’ultima proroga del Decreto Calabria) e dal fatto che ancora non ci sarebbe all’orizzonte l’avviso per la nomina di dg della “Dulbecco”. Si parla poi di un lavoro comunque immane da portare avanti come se ci si trovasse a camminare sul cornicione di un grattacielo, destreggiandosi tra attese della politica e pretese del mondo accademico (soprattutto) e di quello ospedaliero, due mondi che notoriamente a Catanzaro non si amano. Retropensieri, ricostruzioni più o meno credibili, che comunque non possono nascondere il dato di fondo: cosa succederà in questi giorni per garantire un futuro alla più importante intuizione nel campo della sanità degli ultimi 50 anni in Calabria, quella di creare un hub da 850 posti letto come non ce ne sono praticamente nel Mezzogiorno? Anche qui gli addetti ai lavori intravedono tre soluzioni, tutte a tempo e tutte quindi con serie controindicazioni: una soluzione “interna” alla “Dulbecco” (in questo caso con l’indicazione del direttore sanitario Giuseppe Panella), l’interim da affidare a un commissario già in servizio in una delle aziende calabresi o un nuovo commissario. Secondo i “bene informati” sono tutte ipotesi già al vaglio di Occhiuto e dell’Università di Catanzaro ai fini dell’intesa sul nome, e anche all’attenzione del presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso, il “padre” della legge sulla “Dulbecco”, che giorni fa quasi profeticamente aveva lanciato un monito e uno sprone a remare tutte le componenti del processo di fusione – ma qualcuno più in particolare – nella stessa direzione avendo percepito, evidentemente, qualche segnale di scollamento, poi confermato dalla realtà. Ora c’è da sanare questo vulnus che cade anche in un momento non ideale – l’Umg si prepara al passaggio di consegne tra de Sarro e il nuovo rettore Giovanni Cuda – e anche per questo nelle prossime ore sono attese novità che schiariscano il cielo della “Dulbecco” dalle nubi minacciose. (a. cant.)
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