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Il calabrese Marino è il nuovo prefetto di Verona. «I clan investono qui dove ci sono i soldi»

Arriva in Veneto dopo le esperienze a Matera e Taranto. La presenza della ‘ndrangheta: «Ormai conta su consulenti finanziari preparati»

Pubblicato il: 02/10/2023 – 11:28
Il calabrese Marino è il nuovo prefetto di Verona. «I clan investono qui dove ci sono i soldi»

VERONA Migliorare la qualità della vita delle persone, accrescere la percezione della presenza dello Stato tra i cittadini, Sono gli obiettivi prioritari del nuovo Prefetto di Verona, Demetrio Martino. Nato a Reggio Calabria il 19 novembre 1960, Martino ha conseguito la laurea in giurisprudenza all’Università degli Studi di Messina ed il Master di II livello in Amministrazione e gestione del territorio, all’Università Luiss. Ha lavorato a Reggio Calabria e Napoli. Dal 1° aprile 2019 al 6 gennaio 2020 ha ricoperto l’incarico di Prefetto della provincia di Matera, poi è stato Prefetto di Taranto. Succede a Donato Cafagna, da oggi Prefetto di Torino. «È il mio primo incarico al Nord – ha detto parlando con i giornalisti, nel suo primo incontro ufficiale poche ore dopo il suo arrivo al Palazzo Scaligero -, ringrazio l’Amministrazione del Viminale per avermi assegnato in questa sede prestigiosa e in una provincia straordinaria. Anche a Verona cercherò di portare avanti il metodo in altre Prefetture: andare oltre le competenze assegnate, con una funzione “generalista” di raccordo con il territorio, a cominciare dai sindaci».
Martino ha riconosciuto che le 35 interdittive antimafia emesse in 4 anni dal suo predecessore confermano che «la criminalità organizzata investe i suoi proventi illeciti dove ci sono soldi. Ormai c’è un’attività globalizzata praticamente in ogni parte del mondo, anche se ad esempio in Calabria la base della ‘ndrangheta resta ancora primordiale, diciamo, ma anche loro si sono evoluti e possono contare su consulenti economici e finanziari preparati. Ma qui c’è un livello eccellente di investigatori».
«Poi – ha aggiunto – il ruolo dei cittadini è importante. Al Sud commercianti e imprenditori sono meno collaborativi nel denunciare fenomeni criminali». Infine l’emergenza migranti. «I sindaci, un po’ come tutta la pubblica amministrazione, lamentano problemi di risorse umane ed economiche. Ovviamente non possiamo sapere quanti migranti arriveranno e dobbiamo agire sempre di rincorsa. L’ipotesi di realizzare un Cas è percorribile, ma comunque agiremo cercando sempre di coinvolgere le realtà del territorio, a cominciare dai sindaci e dalla Diocesi, senza escludere il terzo settore quindi il mondo del volontariato che rappresenta un’importante risorsa« ha concluso Martino. (Ansa)

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