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l’inchiesta

‘Ndrangheta, sequestrato a Milano un “tesoro” da sei milioni di euro

Indagini della Dia sul patrimonio di un uomo originario di Platì. Società intestate a prestanome erano coinvolte in appalti pubblici

Pubblicato il: 02/10/2023 – 11:05
‘Ndrangheta, sequestrato a Milano un “tesoro” da sei milioni di euro

MILANO Beni per 6 milioni di euro sono stati sequestrati dalla Direzione Investigativa Antimafia in esecuzione di un provvedimento di sequestro emesso dal Tribunale di Milano – Sezione Misure di Prevenzione ai sensi del codice antimafia. La misura è stata emessa, su proposta congiunta della Direzione Distrettuale Antimafia milanese e del Direttore della Dia nei confronti di un uomo di origini calabresi residente in provincia di Milano.
L’istruttoria è stata originata dall’attività di polizia giudiziaria svolta dalla Dia sotto l’egida della procura milanese che aveva portato all’arresto del prevenuto in quanto gravemente indiziato del reato di trasferimento fraudolento di beni e valori. In dettaglio, le attività investigative avevano messo in luce come grazie alla “copertura” fornitagli da alcuni prestanome, l’indagato, già in passato condannato per reati di traffico di stupefacenti e associazione mafiosa, avesse fittiziamente attribuito a terzi la titolarità delle sue aziende. Tutto ciò al fine di eludere l’avvio di un eventuale procedimento per l’applicazione di misure di prevenzione patrimoniale e per aggirare, in qualità di subappaltatore e subfornitore in appalti pubblici, le disposizioni in materia di certificazioni antimafia. Gli sviluppi delle successive investigazioni economico-finanziarie hanno consentito di pervenire alla puntuale individuazione di quattro complessi aziendali (comprensivi di un fabbricato ad uso industriale, terreni, conti correnti oltre a trenta automezzi tra autovetture, trattori stradali e rimorchi) nonché di altri tre immobili intestati a terze persone ma nella piena disponibilità del prevenuto, il tutto per un valore complessivo di circa 6 milioni di euro, sottoposti a sequestro in quanto ritenuti il frutto delle attività illecite commesse da quest’ultimo.
Il provvedimento riguarda Pietro Paolo Portolesi, 52 anni originario di Platì (Reggio Calabria) condannato lo scorso 21 luglio a 3 anni e 3 mesi con l’accusa di trasferimento fraudolento di beni e valori. Stando alle indagini della Dia, coordinate dall’aggiunto Alessandra Dolci e dal pm Silvia Bonardi, Portolesi, pregiudicato per l’affiliazione alla locale di ‘Ndrangheta di Volpiano (Torino), temendo l’avvio di un procedimento di applicazioni di misure di prevenzione avrebbe intestato a prestanome una serie di imprese da lui amministrate e operanti nel settore delle cave, del trasporto e dello stoccaggio di materiali inerti e di rifiuti da demolizione.
Le società di Portolesi si sarebbero aggiudicate subappalti nell’ambito di opere pubbliche come le demolizioni all’Ortomercato di Milano, i cantieri della Tangenziale di Novara e anche della riqualificazione dello scalo ferroviario di Porta Romana che ospiterà il villaggio olimpico per i giochi invernali del 2026. Il 15 giugno 2022 Portolesi era finito agli arresti domiciliari su ordine della gip Anna Calabi. Il sequestro riguarda quattro complessi aziendali (comprensivi di un fabbricato ad uso industriale, terreni, conti correnti oltre a trenta automezzi tra autovetture, trattori stradali e rimorchi), tre immobili intestati a terze persone ma nella piena disponibilità di Portolesi. (Agi)

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