CATANZARO Era stato imputato di falso ideologico aggravato e di truffa aggravata ai danni della Presidenza del Consiglio dei Ministri e dell’Ufficio del Commissario delegato per l’emergenza ambientale e additato, all’epoca (siamo nel 2012), come dipendente “infedele”. In particolare, secondo l’accusa, l’architetto Ottaviano, nella sua qualità di Rup dell’Ufficio commissariale e, quindi, di pubblico ufficiale nell’esercizio delle sue funzioni, avrebbe predisposto falsi certificati di pagamento, in ordine al trattamento dei rifiuti nella discarica di Alli, al fine di favorire la società Slia, prima, ed Enerambiente, poi, così permettendo alla ditta appaltatrice di conseguire – tra il 2006 e il 2008 – un ingiusto profitto pari a oltre mezzo milione di euro, con pari danno per le casse pubbliche.
Una vicenda che inserita in una indagine molto più complessa ha visto la Presidenza del Consiglio dei Ministri, la Regione Calabria, il Comune di Catanzaro e alcune associazioni ambientaliste, costituirsi nel processo, finito in prescrizione. Non per l’architetto Andrea Adelchi Ottaviano che difeso dall’avvocato Francesco Iacopino, ha deciso di rinunciare alla prescrizione per continuare a difendersi nel merito.
Oggi, al termine dell’Udienza, dopo due ore di camera di consiglio, il Tribunale di Catanzaro – Giudice dottoressa Beatrice Fogari – lo ha assolto con formula piena, perché il fatto non sussiste.
Al termine dell’Udienza l’architetto Ottaviano ha dichiarato: «Oggi voglio dedicare l’esito assolutorio alla mia famiglia, che mi è stata sempre vicino, con la quale desidero condividere la gioia di questo momento».
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