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Limiti esterni e criticità interne: tutte le “zavorre” del bilancio della Regione

Nella Relazione sulla Performance la Giunta mette in fila i fattori che impediscono manovre espansive. Tanti i fattori di “ingessatura”

Pubblicato il: 03/10/2023 – 7:14
Limiti esterni e criticità interne: tutte le “zavorre” del bilancio della Regione

CATANZARO I tagli dei trasferimenti statali, le limitazioni all’utilizzo di risorse autonome disposte dalla legislazione vigente e poi le spese obbligatorie per vecchie e nuove emergenze, il contenzioso, i pignoramenti, la “zavorra” del sottogoverno, i crediti none esigibili dai Comuni in tema di acqua e rifiuti. L’ultima Relazione della Performance della Regione illustra perfettamente le “ingessature” che rendono il bilancio dell’ente e le sue politiche di bilancio estremamente complicate.

Il contesto

Nella relazione si premette che «i tagli ai trasferimenti statali e le limitazioni all’utilizzo delle risorse autonome derivanti dalle nuove regole della contabilità armonizzata hanno portato Regioni ed enti locali ad operare in un contesto finanziario caratterizzato da una più rigorosa contrazione della spesa ed indebitamento pubblico. Le novelle normative intervenute in materia hanno reso obbligatorio, per le Regioni, il rispetto dell’equilibrio di bilancio, hanno ampliato i poteri assegnati agli organi di controllo sulle modalità di verifica dei documenti contabili ed esteso i controlli posti in essere per l’amministrazione regionale anche a tutti gli enti strumentali ed alle società controllate dai medesimi enti». Questo quadro – evidenzia la Giunta – è stato condizionato da una serie di criticità, evidenziate anche nei più recenti giudizi di parifica da parte della magistratura contabile, che hanno drenato e continuano a drenare ingenti risorse regionali. Il riferimento è evidentemente ai costi crescenti riconducibili agli enti e società partecipate e a fronte dei quali le nuove regole della contabilità armonizzata impongono la necessità di accantonare le risorse per il fondo crediti di dubbia esigibilità, per le perdite delle società regionali, per il rischio da contenzioso, per la copertura dei pignoramenti e per i debiti fuori bilancio. Tali accantonamenti assumono valori importanti che comprimono ulteriormente le possibilità di manovra essendo la gran parte delle altre risorse in libera disponibilità destinate alla copertura delle spese obbligatorie (acquisto di beni e servizi, mutui, personale), dei servizi essenziali (trasporti, politiche sociali, diritto allo studio), dei trasferimenti agli enti strumentali, le emergenze sociali (Lsu-Lpu e altre voci del precariato storico)».

Il “nodo” dei crediti con i Comuni

La Regione deve poi – si rileva – «continuare ad affrontare la problematica derivante dall’esistenza di un elevato volume di residui attivi vantati nei confronti dei Comuni calabresi a fronte dell’erogazione del servizio idropotabile, e sino all’anno 2019, del servizio dei rifiuti solidi urbani, e dalla lentezza con la quale gli enti locali provvedono al pagamento di tali debiti. La Regione, infatti, è stata chiamata a rispondere delle inefficienze e delle condotte non conformi alla normativa vigente da parte dei Comuni e a rivedere integralmente il rapporto con gli enti locali. In questo senso, la Corte dei Conti ha preso atto del forte impulso dato negli ultimi anni all’azione di recupero dei crediti regionali e della corretta trattazione contabile dei crediti legati alle forniture idriche 1981-2004. Tuttavia, permane la necessità e l’urgenza di continuare nel percorso virtuoso intrapreso, rafforzando l’attività di riscossione coattiva anche per evitare la necessità di effettuare ulteriori accantonamenti prudenziali. Ancora, va rilevato che anche a causa delle elevate vertenze incardinate, talvolta artatamente, contro l’amministrazione regionale e tenendo conto anche delle indicazioni formulate dalla Corte dei conto nei precedenti giudizi di parificazione del Rendiconto, lo stock di risorse accantonate nel fondo rischi legali afferenti al contenzioso relativo alle annualità precedenti – riportato tra le somme vincolate del risultato di amministrazione presunto dell’esercizio finanziario 2022 – ha raggiunto consistenze molto rilevanti ove si consideri che lo stesso è pari ad euro 177.568.879,29». A ciò – sottolinea poi la Giunta nella Relazione alla Performance – si aggiunga che «la Regione ormai da tempo fa fronte, mediante risorse all’uopo stanziate, alle spese sorte nel corso dell’anno a causa dell’emersione di debiti fuori bilancio derivanti da sentenze di condanna dell’Ente, spesso originate da scorrette procedure di spesa datate, nonché ai pagamenti connessi agli atti giudiziali di pignoramento presso il tesoriere regionale». (c. a.)

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