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L’intervista

Giusy Versace dopo l’intervento: «Devo rallentare, ma la vita è troppo bella»

L’ex atleta si racconta al Corriere della Sera. «Mi dimentico che ho due gambe finte e voglio fare cose che neanche i comuni mortali fanno»

Pubblicato il: 04/10/2023 – 19:34
Giusy Versace dopo l’intervento: «Devo rallentare, ma la vita è troppo bella»

ROMA «Devo imparare ad ascoltare di più il mio corpo. Però il freno a mano non posso promettere di tirarlo. La vita è troppo bella!». Giusy Versace, l’ex atleta paralimpica di origini reggine e ora senatrice, ha subito pochi giorni fa un nuovo intervento alla gamba. In un’intervista al Corriere della Sera ha spiegato il fuori programma. «È successo il 25 settembre, lunedì. Sarei dovuta partire con mia mamma per Lourdes, per i 120 anni dell’Unitalsi, l’associazione della quale sono volontaria». Viaggio che però ha dovuto annullare, a causa dell’apparizione di «una specie di arancia in un moncone». «È da agosto che mi dava problemi» spiega l’atleta. «Sono già stata operata ai monconi tre anni fa al Cto di Milano, perché purtroppo ho ancora schegge dall’incidente e ogni tanto si infiammano. Allora ho mandato una foto al mio medico e lui mi ha intimato di andare subito a fare una lastra».

Il supporto della mamma e del fidanzato

Dopo la lastra, subito il ricovero e l’intervento al policlinico Gemelli. «Mi hanno operata giovedì. Lunedì mio fratello è venuto a prendermi e mi ha riportato a Milano. Mamma è qui ad aiutarmi: senza di lei non potrei fare niente». Così come è importante il fidanzato storico, Antonio Magra. «E chi lo molla? Santo subito! Un altro come lui dove lo trovo? Io sono adrenalinica, mi butto nelle cose, una come me la pianterei subito. Lo aspetto a giorni». Insieme alla madre sarebbe dovuta andare a Lourdes, con cui ha un forte legame. «Appena possibile – spiega Giusy Versace – tornerò, per dire grazie un’altra volta». Il primo viaggio è stato nel 2006, non come volontaria, ma da semplice pellegrina. «Poiché non sono una lucertola, so che le mie gambe non ricresceranno, dunque non volevo un miracolo, ma solo dire grazie: ero ancora viva. Lì finalmente ho pianto e ho chiesto a voce alta: perché a me? Ma subito ho fatto il cambio di prospettiva: perché non a me?».

Le sue condizioni

I tempi di recupero per la senatrice saranno lenti. «Ho una bella ferita, non so quando potrò rimettere la protesi. Temo di doverla anche rifare. Forse tra un mese, un mese e mezzo» spiega al Corriere della Sera. Uno stop che la costringe a rallentare i ritmi. «Mi dimentico che ho due gambe finte e voglio sempre fare cose che nemmeno i comuni mortali fanno. Come dice mio fratello: per fermarmi, mi devono ricoverare». Il ritorno in Senato è ancora un’incognita. «Navigo a vista: sto cercando di fare di nuovo amicizia con la pazienza, quella vecchia amica che non vedevo da tanto. Ma i messaggi di affetto mi hanno commossa». Come quelli dei poliziotti che l’hanno soccorsa dopo l’incidente del 2005. «Mi hanno detto: ma la finisci di combinare guai?».

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