CATANZARO I dirigenti scolastici calabresi fuori regione hanno chiesto un incontro al Presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto e all’assessore al ramo Giuseppina Princi. All’incontro hanno chiesto l’intervento anche delle organizzazioni sindacali di categoria, al fine di trovare soluzioni ad una serie di questioni che non riguardano solo alcune situazioni soggettive ma investono complessivamente l’intero sistema scolastico calabrese.
«Ricordiamo a noi stessi – affermano i DS fuori regione – che il Presidente Occhiuto, alcuni anni fa, quando era un semplice consigliere regionale, si fece promotore di una proposta di legge tendente, attraverso specifiche azioni formative, ad utilizzare giovani calabresi nella pubblica amministrazione della nostra regione allo scopo di “frenare” la progressiva emorragia di cervelli dalla nostra terra».
«Siamo certi, dunque – proseguono – che mostrerà attenzione alle questioni che, insieme ai nostri sindacati di riferimento intendiamo sottoporgli nell’incontro che abbiamo richiesto. Infatti, per gli effetti distorti di un concorso concepito su base regionale (il ruolo di dirigente scolastico è regionale) ma con graduatoria nazionale, molti di noi sono stati costretti ad accettare l’incarico fuori dalla propria regione. Un concorso duro, che è costato anni di sacrifici e di studio, per di più investito da innumerevoli ricorsi che ne hanno via via snaturato l’impianto iniziale. Oltre al danno di essere stati costretti a lasciare la Calabria i Dirigenti Scolastici fuori regione hanno subito anche la beffa di vedersi negato il diritto alla mobilità e quindi la prospettiva di poter rientrare nella propria regione di residenza».
«Tacciamo – hanno detto ancora i DS fuori regione – sulle difficoltà economiche di chi è costretto ai costi enormi di residenza in altre regioni pur continuando a pagare mutui e imposte in Calabria, sulle famiglie divise, sugli anziani e i figli minori lasciati a casa. Con la beffa di vedere assegnate in Calabria ben 75 reggenze, un solo dirigente per più istituti, con quali effetti sull’offerta formativa e la garanzia del diritto allo studio sul territorio facilmente prevedibili. Una situazione che il dimensionamento scolastico che porterà, nei prossimi tre anni al taglio di 82 autonomie, creando mega istituti di oltre 1000 alunni distribuiti su una miriade di comuni distanti anche molti chilometri tra loro, finirà inevitabilmente per aggravare».
«Chi scrive è consapevole, da funzionario e dirigente dello Stato, che una razionalizzazione della rete scolastica è necessaria, ma essa non può essere tanto drastica e motivata solo da ragioni di risparmio (tutto da dimostrare del resto) della spesa pubblica. E tutto ciò al di là degli indubitabili effetti del calo demografico. E’ del tutto evidente che il taglio delle autonomie scolastiche, nonostante le rassicurazioni del Ministero, porterà alla contrazione del personale ATA e insegnante e, successivamente, anche alla chiusura di plessi, costringendo la Regione ad un aumento dei costi per il trasporto di alunni e studenti presso le scuole che resteranno. Che ad un bambino o ad un adolescente costretto ad alzarsi all’alba per farsi più di un’ora di pulmino o di bus si possa garantire così un efficace godimento del dritto allo studio ci sembra davvero arduo affermarlo, in una regione in cui la dispersione scolastica resta tra le più alte del Paese. Una scuola e una università che continueranno a subire un progressivo e continuo depauperamento di risorse, continuando però a formare i quadri per il sistema amministrativo e produttivo delle regioni del Centro Nord. Un esodo di cervelli che continuerà e i pochi che resteranno saranno costretti a vivere in una condizione di immutabile marginalità».
Per questi motivi le questioni poste dai dirigenti scolastici fuori regione sono, in realtà la “cartina di tornasole” di problemi ben più ampi di, una vera e propria “vertenza” che riguarda il futuro di tanti giovani della Calabria.
«Samo certi – hanno concluso i DS fuori regione – che la Regione Calabria, rappresentata dal Presidente Occhiuto, saprà ascoltare e svolgere appieno il proprio ruolo istituzionale nella ricerca delle possibili soluzioni a questioni di tale importanza».
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