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Inchiesta Brooklyn, la Cassazione annulla senza rinvio i domiciliari per Michele Marinaro

Il Riesame, su appello del pm, aveva disposto il ripristino della misura cautelare. Ma la Suprema Corte ha detto «no»

Pubblicato il: 04/10/2023 – 18:48
Inchiesta Brooklyn, la Cassazione annulla senza rinvio i domiciliari per Michele Marinaro

CATANZARO Nella tarda serata di ieri la Corte di Cassazione ha annullato senza rinvio l’ordinanza con la quale il Tribunale della Libertà di Catanzaro aveva disposto il ripristino degli arresti domiciliari nei confronti del maresciallo della Finanza Michele Marinaro – difeso dagli avvocati Aldo Ferraro e Vincenzo Galeota –, coinvolto nel procedimento penale denominato “Brooklyn” istruito dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro per un’ipotesi di corruzione in atti giudiziari.
Il Tribunale collegiale di Catanzaro, davanti al quale si sta celebrando il processo con rito ordinario nei confronti di Marinaro ed altri imputati, lo scorso 19 gennaio aveva infatti disposto la revoca degli arresti domiciliari cui il Marinaro era sottoposto da oltre 8 mesi, e ciò è avvenuto tenuto conto delle acquisizioni dibattimentali e del completamento dell’istruttoria a carico, oltre che del tempo trascorso dall’applicazione della misura e dalla pretesa commissione dei fatti (2016). Tale decisione era stata però impugnata dalla Procura di Catanzaro, che sosteneva la erroneità di quella revoca, trattandosi di un fatto estremamente grave che meritava il ripristino degli arresti domiciliari.
Il Tribunale della Libertà di Catanzaro, con ordinanza del 18 maggio 2023, ha accolto l’impugnazione del pm, disponendo il ripristino degli arresti domiciliari sul rilievo che, come sostenuto dal pm, non fosse emerso alcun elemento di novità che giustificasse la revoca di quella misura, e che quindi avesse errato il Giudice che sta celebrando il relativo processo.
I difensori di Marinaro, gli avvocati Aldo Ferraro e Vincenzo Galeota, hanno quindi proposto ricorso per Cassazione censurando la violazione di legge in cui sarebbe incorso il Tribunale della Libertà, la cui decisione si fondava sui pochi atti che gli erano stati trasmessi dall’appellante, laddove la decisione del Tribunale collegiale era invece fondata sul complessivo andamento dell’istruttoria dibattimentale, oltre che sul tempo decorso dall’applicazione della misura e dalla commissione dei fatti.
Con la decisione di ieri, la sesta sezione della Corte di Cassazione ha posto la parola fine alla possibilità che Marinaro possa nuovamente essere sottoposto a misura cautelare per questi fatti, ritenendo che la violazione dedotta dagli avvocati Ferraro e Galeota fosse tale da non richiedere neppure la celebrazione di un nuovo giudizio davanti allo stesso Tribunale della Libertà.

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