COSENZA «E, allora, l’altro giorno avevamo visto giusto e siamo stati facili profeti in patria. Per la verità, non era così complicato prevedere che la gestione della copertura assicurativa in regime di auto-ritenzione, da parte delle singole aziende sanitarie e ospedaliere, sarebbe stato un autentico suicidio finanziario. Tant’è vero, che, sia pur provocatoriamente, avevo chiesto ad Occhiuto di dire pubblicamente, quante pratiche da contenzioso RCT/O pendevano, presso le aziende sanitarie e ospedaliere della Calabria, al momento dell’entrate in vigore del regime di auto-ritenzione; quante ne sono state evase fino a oggi e quali sono stati gli importi delle relative liquidazioni. Occhiuto non ha risposto. Però, la risposta è arrivata ugualmente». E’ quanto sostiene il presidente del Consiglio comunale di Cosenza, Giuseppe Mazzuca, in una nota.
«E’ arrivata, indirettamente, con la deliberazione n. 2082 del 28.settembre 2023, adottata dal Direttore Generale dell’ASP di Cosenza, con la quale è stata dichiarata l’impignorabilità di determinate somme, sottoponendo a vincolo gli importi relativi alle entrate previste per il IV trimestre 2023, per un importo complessivo di euro 287.840.349,75. E perché è stato necessario ricorrere alla impignorabilità delle somme? E’ stato necessario “al fine di garantire la continuità assistenziale”. E che cosa ha messo in pericolo la garanzia circa la continuità assistenziale? “L’elevato contenzioso pendente relativo a risarcimento danni derivanti da colpa professionale”: così è, testualmente, scritto, nella richiamata deliberazione.
E, allora, ci siamo: il contenzioso risarcitorio, da fronteggiare in regime di auto-ritenzione ha, letteralmente, messo in ginocchio le casse delle Azienda sanitaria provinciale di Cosenza, esponendole alla prospettiva, apocalittica, della devastante paralisi. Basti dire che, atteso l’elevato contenzioso risarcitorio, senza la dichiarazione di impignorabilità, era – addirittura – a rischio il pagamento degli stipendi in favore del dipendenti. Una sciagura. E, allora, l’opzione del regime di auto-ritenzione – come era, fra l’altro, intuitivamente prevedibile -, si è rivelata una scelta strategica, semplicemente, scellerata. Ma, attenzione. La dichiarata impignorabilità è solo un palliativo – tampone», continua Mazzuca. Che aggiunge: «il gigantesco debito derivante dall’elevato contenzioso risarcitorio resta. Anzi lievita vertiginosamente, maturando, nel frattempo, gli interessi di mora. Cioè a dire: in una regione, sottoposta al piano di rientro, il Commissario ad acta che fa? Non solo confeziona bandi di gara illegittimi, ma, poi, per riparare alla illegittimità dei bandi, sceglie toppe peggiori del buco. Assumendo decisioni – è il caso della copertura assicurativa in regime di auto – ritenzione -, le quali, inevitabilmente, inesorabilmente, ineluttabilmente, producono la mostruosa ipertrofia del debito sanitario. Una gestione, scelleratamente e irresponsabilmente, fallimentare. Degna di un solo atto decoroso: rassegnare le dimissioni dalla carica di Commissario ad acta. Ma, a certe latitudini, l’istituto delle dimissioni, è un tabù impenetrabile».
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