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Antoniozzi: «La politica riprenda dignità ed espella il chiacchiericcio»

L’intervento del vice capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera: «Opportuno raccogliere l’esempio di uomini come Franco Locanto e Pierino Rende»

Pubblicato il: 05/10/2023 – 9:46
Antoniozzi: «La politica riprenda dignità ed espella il chiacchiericcio»

COSENZA «Mi è dispiaciuto non poter essere presente all’assegnazione del premio Locanto assegnato a Pierino Rende. Prima perché Franco Locanto era una persona estremamente perbene, poi perché Pierino Rende, che apparteneva a una corrente diversa da quella di mio padre, è stato ed è uno splendido testimone di intelligenza, vivacità culturale di una stagione in cui la politica aveva rilevanza. Pierino ha appena scritto un libro interessante sulla Dc che va letto senza nostalgismi ma cercando di prendere il meglio possibile da esperienze (mi riferisco a tutta la prima Repubblica) che valorizzavano l’impegno politico su una base ideologica. E delle idee abbiamo bisogno proprio per non soccombere davanti al niente. Ma siccome non si vive di nostalgie sarebbe opportuno raccogliere l’esempio di questi uomini per provare ad elevare il livello qualitativo del dibattito». È quanto afferma Alfredo Antoniozzi, vice capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera.
«Seppure ai tempi i grandi partiti – continua Antoniozzi – erano anche oggetto di grandi lacerazioni non esistevano le logiche del chiacchiericcio (per citare Papa Francesco) e del pettegolezzo, strumenti in mano a mediocri esecutori del presente. La nostra nobile città ha in questo una pessima tradizione, se è vero che Gioacchino da Fiore vi si recava di notte per il timore di essere diffamato e San Francesco da Paola ne sottolineava la “lingua di serpente”. Chi pratica questi metodi sarebbe descritto da Norberto Bobbio in questi termini: “Un pessimo divulgatore di nullità”. E Bobbio lo disse quando non negò il suo passato fascista dimostrando onestà intellettuale. La politica dovrebbe avere un metodo ed è quello che Fratelli d’Italia sta costruendo nel presente e nel futuro. Il metodo significa discussione, capacità di sapere ascoltare, eliminazione del concetto perpetuo dell’io e costruzione del noi. C’è chi propone sé stesso come soluzione di ogni problema e c’è chi parte dal problema. Sono differenze di visione che contrassegnano il metodo. Ma il chiacchiericcio è un boomerang, poiché la politica del dileggio, che sia pubblico o personale, tende ad autodistruggere chi la propugna. Le difficoltà registrate dall’assenza dei partiti hanno partorito improbabili carriere politiche. Certo, ci può essere un successo personale ma che rimane tale e non lascia segni. Il successo di Fratelli d’Italia è anche il frutto della consapevolezza che il ritorno alla politica è indispensabile per programmare il futuro e non il presente. Qualsiasi siano le istituzioni – prosegue Antoniozzi – è fondamentale che il dibattito sia civile e costruttivo, per quanto anche contraddistinto da contrapposizioni forti. Invece matura l’idea di creare modelli di opposizione non legati alla discussione ma incentrati essenzialmente sul niente se non su elementi del tutto estranei alla politica.  I social diventano amplificatori di fake news e i sentimenti dell’antipolitica, spinti anche da condizioni economiche difficili, prosperano. Su questo tema sarebbe importante aprire un confronto anche con il Pd, che mantiene un’ossatura di partito e che ha censurato (almeno fino a un certo punto) quella stagione dell’antipolitica che ha elevato a verità le menzogne. Per arginare questo veleno che ha contaminato ambienti diversi l’antidoto è la partecipazione, la critica politica aspra ma dialogica, saper governare anche facendo opposizione. Il Pci aveva il governo ombra pur essendo escluso dalle prospettive di maggioranza. È necessario, direbbero i greci, avere la facoltà di saper essere credibili su un terreno che sia realmente connesso ai bisogni della gente. Lo scontro sulle idee è salvifico più della opacità di figuri e figurine che non sono altro che parentesi. Dannose ma pur sempre parentesi. La politica deve discutere per fronteggiare il vuoto dentro al quale crescono vere e proprie bassezze. Che non possiamo più permetterci».

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