COSENZA E’ uno dei tanti progetti rimasti solo su carta, chiusi un cassetto pieno di polvere. L’eterno ritorno della discussione sulla metro leggera che avrebbe dovuto collegare Cosenza, Rende e l’Unical giunge puntuale anche nella stagione 2023. L’occasione per tornare a parlare della mai compiuta opera è l’inaugurazione e l’avvio del corso di scienze infermieristiche dell’Università della Calabria nel Chiostro di San Domenico a Cosenza. Il centro storico bruzio apre le porte all’Ateneo situato ad Arcavacata: una manciata di chilometri separano la città dei bruzi dal Campus. Ed allora perché non riflettere sull’opportunità di collegare meglio i cubi dell’Unical alla città di Bernardino Telesio? Al quesito ha risposto, con un pizzico di rassegnazione ed amarezza, il sindaco di Cosenza Franz Caruso. Il primo cittadino è stato chiaro: «Non so se ci siano i margini per recuperare quel progetto, certamente sarebbe stato molto utile ed avrebbe posto le basi per la realizzazione del progetto più ampio della città unica, dell’area vasta metropolitana che deve essere collegata in modo unitario attraverso strutture di mobilità sostenibile».
Da quasi 20 anni si discute della realizzazione di un collegamento stabile, veloce, sicuro e sostenibile in grado di dare forma e sostanza all’area urbana cosentina. «La metroleggera aveva questo scopo, unire la città all’università, unire un territorio che va da Castrolibero fino ad Arcavacata con un sistema moderno e adottato da tutte le città europee». L’elenco dei buoni motivi e delle buone intenzioni si conclude con una affermazione netta, quasi lapidaria, da parte del primo cittadino: «Credo che la Regione Calabria abbia abbandonato questo progetto. Io ho chiesto alla Regione di avere contezza della situazione che riguarda la metro leggera. E’ stata smantellata un’arteria principale per realizzarla». Come accaduto di recente per la questione legata alla realizzazione del nuovo ospedale, Caruso non risparmia una frecciata al governatore Roberto Occhiuto e rincara la dose: «In questa direzione dobbiamo muoverci tutti quanti insieme, in primis i sindaci interessati a questo progetto e poi insistere perché la Regione lo realizzi. È un’attività importante proprio per il futuro dei nostri territori». (f.b.)
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