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Non prendono lo stipendio da 4 mesi, protestano e vengono licenziati con una mail

La vicenda dei dipendenti della Tech&Com Sarl di Rende. 63 persone (con contratti part-time) rischiano ora di rimanere a spasso

Pubblicato il: 05/10/2023 – 13:38
Non prendono lo stipendio da 4 mesi, protestano e vengono licenziati con una mail

RENDE Licenziati con una mail. È questo il trattamento ricevuto da 63 dipendenti della Tech&Com Sarl di Rende, impiegati per lo più sulle commesse di Enel Energia e Iren. Dopo più di quattro mesi senza stipendio e in stato di agitazione da tempo (circa un anno fa la segreteria regionale Slc-Cgil Calabria aveva indetto uno sciopero dei lavoratori dell’azienda «per sensibilizzarli ad una maggiore responsabilità nell’assegnazione delle gare di appalto delle proprie attività») i dipendenti dell’azienda si sono visti comunicare il licenziamento via mail dopo aver indetto una giornata di sciopero prevista per ieri mercoledì 4 ottobre. 63 persone (e relative famiglie) assunte con contratti part-time a meno di 1000 euro al mese, corrono ora il rischio di rimanere a spasso.

Una protesta lunga più di un anno

Come anticipato, già nell’ottobre del 2022 fa i dipendenti, sorretti dai sindacati, si erano ribellati al trattamento ricevuto dall’azienda. «Ormai da quasi due anni – evidenziava in quella circostanza la Slc Cgil – l’azienda, anziché pagare interamente le competenze del mese di spettanza, versa, ai propri dipendenti, anticipi e saldi di poche centinaia di euro, mantenendo perennemente in precarietà economica i propri lavoratori. Ad oggi i lavoratori hanno lavorato e quindi maturato, ma non hanno ricevuto, né le spettanze relative al mese di agosto 2022 né quelle inerenti al mese di settembre 2022. Per i lavoratori, assunti con contratti PT al 50%, con retribuzioni che si aggirano intorno alle 700 euro mensili, visto anche l’aumento repentino del costo dell’energia, la situazione è diventata insostenibile e l’azienda non è in grado di fornire tempistiche certe per il pagamento delle spettanze dovute ma ipotizza solo ulteriori piccole tranche a ridosso del prossimo mese di novembre 2022». A distanza di un anno la storia si ripete, con conseguenze ancora più gravi.

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