COSENZA Una marcia silenziosa partita dalla sede in via Morrone del Liceo Scientifico “E. Fermi” di Cosenza per raggiungere la sede della provincia in piazza XV Marzo. La manifestazione pacifica di studenti, docenti, personale amministrativo e collaboratori scolastici arriva a seguito della preoccupazione in merito al Piano di Dimensionamento che coinvolge l’Istituto. «E’ una manifestazione che è stata indetta dall’intero consiglio di istituto perché preoccupati per il dimensionamento scolastico che potrebbe portare ad accorpare il nostro storico e prestigioso liceo con altri istituti», dice ai nostri microfoni Domenico Passarelli, presidente del consiglio di istituto Liceo “E.Fermi”. «L’accorpamento con altri prestigiosi istituti non è il problema – precisa il docente – ma temiamo che possa svanire la storia prestigiosa del liceo scientifico Fermi che vanta dei riconoscimenti importanti ad esempio l’internazionale con l’università di Cambridge o il biomedico», inseriti in una rete di proficue collaborazioni altamente qualificanti. Cosa chiedete? «Auspichiamo che l’ente Provincia ci possa ascoltare proprio perché è richiesto pure dalla legge di bilancio la 197 del 2022 che invita le regioni a redigere le linee guida e le province a convocare i consigli d’istituto». Quando è previsto l’accorpamento? «Dovrebbe avvenire nel mese di ottobre, i tempi sono talmente stretti che non ci consentono di fare altro che manifestare».
L’idea di accorpare istituti e rimodulare l’offerta scolastica non convince il docente Francesco Gaudio. «Il problema è il rischio di amministrare una scuola che non veda più una comunità educante. Come si fa a essere comunità educante, una comunità di 2.000 persone che vede offerte formative diversificate. Abbiamo ancora le anomalie pazzesche in questa provincia degli istituti omnicomprensivi, dove si deve ragionare delle specificità che hanno i bambini a partire dai 3 anni fino ai ragazzi e alle ragazze di 18 anni», sottolinea il prof che aggiunge: «Noi pensiamo che ogni scuola abbia un suo percorso e dobbiamo investire ancora di più moltiplicando le istituzioni scolastiche e non riducendole. Il rischio è che venga meno la capacità della scuola di formare individui pensanti».
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