ROMA «E’ arrivato il momento di introdurre un salario orario minimo sotto il quale nessun lavoratore possa essere pagato: 5-6 euro all’ora sono paghe da fame, inaccettabili». Lo ha detto il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, dal palco di piazza San Giovanni, «denunciando anche quello che sta accadendo al Cnel: il governo anziché assumersi la responsabilità di convocare le parti sociali e dire cosa vuole fare sui contratti, sulla legge sulla rappresentanza, sul salario minimo, ha subappaltato il suo ruolo al Cnel. E’ un attacco alla libera azione dei lavoratori». La manifestazione nazionale di Roma organizzata dalla Cgil e da più di cento associazioni, laiche e cattoliche, sotto lo slogan “La via maestra, insieme per la Costituzione”, ha visto partire due cortei con la partecipazione di circa 100mila persone.
In piazza anche la segretaria del Pd Elly Schlein, una delegazione del M5s (non il presidente Giuseppe Conte, impegnato a Foggia per una serie di iniziative), il co-portavoce di Europa Verde Angelo Bonelli e il leader di Sinistra italiana Nicola Fratoianni. Mancheranno Azione, Iv e Più Europa.
«Noi rappresentiamo la maggioranza di questo Paese. Noi non ci fermeremo. Noi non ci fermeremo e andremo avanti fino a quando non otterremo risultati. Il governo aumenta i condoni e non combatte l’evasione fiscale che in Italia è di 110 miliardi». Così ancora Landini, dal palco di piazza San Giovanni, rimarcando le priorità del sindacato: il lavoro, con la lotta alla precarietà, il rinnovo dei contratti, i salari, la sanità, una riforma fiscale «degna di questo nome». «Vanno cambiate le leggi sbagliate fatte negli ultimi 20 anni. Altra porcheria è aver liberalizzato il subappalto», ha aggiunto.
«Noi non diamo numeri, contateci» aveva risposto Landini, arrivando in piazza San Giovanni a chi gli chiedeva quante siano le persone che partecipano alla manifestazione organizzata insieme alle associazioni a Roma, con due cortei. «Duecentomila partecipanti alla manifestazione di San Giovanni è una stima credibile». «Abbiamo il dovere di cambiare il Paese – ha continuato Landini –, la società che con scelte sbagliate ha aumentato le disuguaglianze. E’ il momento di uscire dalla rassegnazione, dall’idea che non si può cambiare, che bisogna subire. Ciò che ci unisce qui è la Costituzione», che va «difesa e attuata. Questa è la piazza che vuole unire tutto ciò che è diviso, che vuole cambiare il Paese, questa è la piazza di chi paga le tasse e per questo vogliamo essere ascoltati. Andremo avanti su questa strada finché non avremo ottenuto risposte» considerando se necessario «tutti gli strumenti di cui il sindacato può disporre». Così Landini, tornando a «non escludere nulla», neanche lo sciopero generale. Ma, ha aggiunto, «voglio discutere anche con le altre organizzazioni sindacali e verificare la condizione di prendere delle decisioni insieme».
«Andremo avanti su questa strada finché non avremo ottenuto risposte» considerando se necessario «tutti gli strumenti di cui il sindacato può disporre». Così sempre Maurizio Landini, che ha detto di «non escludere nulla», neanche lo sciopero generale. Ma, «voglio discutere anche con le altre organizzazioni sindacali e verificare la condizione di prendere delle decisioni insieme».
x
x