CATANZARO «La Calabria non può permettersi il lusso di perdere ulteriori migliaia di posti di lavoro. In una situazione già preoccupante dal punto di vista dei livelli occupazionali, la direttiva della comunità europea (European emission trading scheme), che impone la riduzione delle emissioni di gas serra di almeno il 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990, rischia di provocare un danno irrimediabile nei confronti di tutta la Calabria». Ad affermarlo è l’assessore al lavoro Giovanni Calabrese che, preoccupato per il futuro di migliaia di posti di lavoro che parla di «una direttiva sulle emissioni che penalizzerà i porti europei a vocazione transhipment e l’area portuale di Gioia Tauro rischierà il collasso». «Da anni – aggiunge l’assessore al Lavoro – si parla del porto di Gioia Tauro quale riferimento portuale internazionale per l’intero Mediterraneo e per il quale si stavano programmando importanti investimenti con l’obiettivo di aumentare notevolmente l’occupazione ma che, oggi, rischiano di subire una fase di arresto, con danni irreparabili all’economia calabrese e un disagio sociale che porterebbe molte famiglie a ritrovarsi senza lavoro. La direttiva europea Eu 2023/959 Ets trasporto marittimo, con evidente lungimiranza era stata contrastata con voto contrario dai parlamentari europei di Fratelli d’Italia, che oggi grazie all’azione politica portata avanti dall’europarlamentare calabrese Denis Nesci potrebbe vedere una possibilità di riapertura di un confronto nell’incontro del Consiglio dei Ministri europei dell’Ambiente programmato per il prossimo 16 ottobre, a cui auspichiamo un intervento determinato a bloccare e rivedere questa direttiva. Nella qualità di assessore al Lavoro della Regione Calabria – annuncia – sarò presente alla manifestazione, a cui interverrà anche il presidente Roberto Occhiuto, indetta dai sindaci della Piana, auspicando la presenza di tutti i sindaci della Locride e della città metropolitana e di altre aree della Calabria, perché il ridimensionamento e quindi il blocco del percorso di sviluppo portuale sarebbe un danno per l’intera Calabria», sottolinea Calabrese.
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