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abbandono e degrado

Lamezia e la periferia dimenticata: il caso del “Remo-Provenzano”, tra degrado e rimpianti – VIDEO E FOTO

L’allarme delle periferie dimenticate. Nel quartiere “Capizzaglie” i resti dello stadio un tempo fiore all’occhiello della zona

Pubblicato il: 09/10/2023 – 15:15
di Giorgio Curcio
Lamezia e la periferia dimenticata: il caso del “Remo-Provenzano”, tra degrado e rimpianti – VIDEO E FOTO

LAMEZIA TERME Spazi abbandonati, strutture lasciate nell’incuria e alla razzia di ladri improvvisati. È questo troppo spesso il comune denominatore delle periferie e delle zone cittadine considerate, spesso a torto, marginali rispetto al centro. Errori di valutazione che finiscono per tradire quella che è la missione della politica e delle amministrazioni comunali: integrare tutti i tessuti cittadini ed evitare l’emarginazione. Discorso che vale anche per Lamezia Terme, ormai la quarta città della Calabria ma ancora nevralgica per le dinamiche regionali, soprattutto considerata l’importanza strategica per la nostra regione. Ed è proprio qui che, tra i tanti esempi di fallimenti decennali della politica, è sufficiente pensare al campo rom di Scordovillo tanto per farne uno, da molti anni le zone periferiche soffrono di una scarsa quanto cronica considerazione.

Lo stadio “Remo-Provenzano”

Siamo stati nel quartiere Capizzaglie ed è bastato fare un giro in uno dei luoghi più simbolici di questa zona di Lamezia Terme per capire quanto, e in che termini, l’ombra della politica sia solo un lontano ricordo. L’esempio plastico è dato dalla situazione di totale abbandono a cui è stato lasciato il campo “Remo-Provenzano”: proprio qui dove generazioni di lametini hanno corso e sudato, qui dove lo sport come in altre città calabresi rappresenta forse l’unica valvola di sfogo per riuscire (o tentare) di emergere e non farsi tentare e ingabbiare dalla criminalità (anche organizzata).

La situazione

Allo stato attuale di quello che era il fiore all’occhiello della zona non è rimasto che un lontano ricordo e i resti di soldi pubblici sperperati inutilmente: del campo resta solo il terriccio e l’erba alta; spogliatoi abbandonati e semi distrutti con all’interno ancora i resti di chi ha frequentato questi posti: magliette, calzettoni, tute, cappotti oltre che gagliardetti, calendari e documenti anche sensibili. Oltre, ovviamente, a infissi semidistrutti e un impianto elettrico compromesso. E poi un enorme palo della luce spezzato e crollato su sé stesso, vetri rotti e rifiuti di ogni tipo ai bordi della recinzione distrutta in più punti. Ciò che svilisce maggiormente è, però, il senso di abbandono e di resa che emerge da questo territorio lametino.

Le associazioni: «Qualcuno pensi ai nostri giovani»

Sentimento però non condiviso dalle associazioni di cittadini lametini. A puntare il dito contro l’abbandono della struttura e ad accendere i riflettori sul caso sono state le associazioni “Quartiere Capizzaglie” e “Lamezia Maltrattata”. «Molti ragazzi li vediamo giocare a pallone in mezzo alle strade perché non hanno strutture sportive e quindi vedere qui a Capizzaglie questo stadio regolamentare, dove abbiamo visto negli anni passati squadre di promozione, d’eccellenza, in prima categoria, fa malissimo» ci spiega Oscar Branca. «Fa male perché – spiega – da sportivo ho fatto anche le giovanili qua, quindi ho praticato questo campo, ho giocato nelle giovanili del Capizzaglie insieme a tanti miei amici, e quindi chi ha calpestato questo terreno di gioco sente che c’è la voglia di aprirlo. Noi ce la metteremo tutto come associazione, spingeremo affinché l’amministrazione ci dia delle risposte, ma dare risposte non solo al quartiere Capizzaglie perché poi è lo stato di tutta la città». Questo di Capizzaglie «è un campo regolamentare – racconta Franco Curcio, anche lui dell’associazione “Quartiere Capizzaglie – c’è un campetto dove i pulcini si potevano allenare ma è tutto fermo, tutto rotto, se voi guardate anche gli spogliatoi, le sedie, le panchine, lì dove praticamente andavano i giocatori a cambiarsi con il mister, c’è tutto aperto, quindi chiunque può venire, anche chi è malintenzionato a fare ciò che non dovrebbe, e rovinare ulteriormente questo impianto in questa zona che non è più tanto periferica perché c’è una scuola dove, c’è anche quella famosa cupola che andrà spero recuperata al più presto, è un luogo di aggregazione perché parliamo sempre che i giovani stanno al telefonino, sono pigri, non fanno nulla ma invece servirebbe uno stimolo, uno sprone per tutti questi ragazzi e questo con pochi soldi potrebbe essere messo di nuovo a norma».

Più duro l’intervento di Giuseppe Marinaro, attivo in città anche con l’associazione “Malati Cronici”. «Questo campo è come dare le perle ai porci. Qui sono state date le perle alle persone sbagliate. Questa amministrazione la gente non la meritava. Oggi un bambino che ha voglia di fare l’atleta, di fare sport, non può, non è possibile perché non sa dove andare. Vediamo tanti bambini in giro con i palloni a giocare in mezzo alla piazza quando qui abbiamo un paradiso, una perla. Immaginate se questa struttura fosse in un paesetto di 5, 6, 10 mila abitanti, sarebbe tenuto come un gioiello. Qui, purtroppo, è nel totale degrado e abbandono». Poi l’appello all’assessore Luisa Vaccaro: «Assessore, perché non viene qui a vedere in che condizioni si trovano questi stadi? Mi rivolgo a lei perché lei so che è capace, ma lei non si deve limitare solo ad alcune cose. Dov’è, assessore, dov’è? Si faccia un giro per Lamezia, i suoi consiglieri che dovrebbero essere alle sentinelle delle città, dove sono?». Insomma, dalla città l’ennesimo appello alle istituzioni e alla politica. Cittadini e territori che, anche stavolta, aspettano risposte stanchi del solito silenzio. (g.curcio@corrierecal.it)

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