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Una firma per allontanare la ‘ndrangheta dal “Museo del Mare” – VIDEO

Siglato a Reggio Calabria il protocollo d’intesa. Piantedosi: «Qui risorse per fronteggiare gli sbarchi. Caso Apostolico? Nessuno dossieraggio»

Pubblicato il: 09/10/2023 – 17:30
di Mariateresa Ripolo
Una firma per allontanare la ‘ndrangheta dal “Museo del Mare” – VIDEO

REGGIO CALABRIA Tenere le mani della ‘ndrangheta lontane dal “Museo del Mare”. È il primo obiettivo del protocollo firmato oggi in Prefettura a Reggio Calabria alla presenza del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. Primo ma non unico argomento di conversazione in una serrata riunione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica in cui, spiega il ministro, «ci siamo concentrati sui tanti problemi che affliggono questo territorio». Piantedosi si sofferma inizialmente sul «problema dell’immigrazione che Reggio Calabria e la Calabria stanno affrontando con dignità e spirito collaborativo». Il ministro ha sottolineato che «ci sarà sempre l’impegno del governo per fare in modo che la prossima organizzazione logistica e di destinazione delle risorse tenga conto di questo particolare aggravio». Riguardo alla ‘ndrangheta quella di Piantedosi è stata una ricognizione – accompagnata dalle valutazione del procuratore della Dda Giovanni Bombardieri e del procuratore generale Gerardo Dominijanni – dei profili di attività della criminalità organizzata e dei risultati, che ha detto «confortanti» specie con riferimento ai sequestri di droga al porto di Gioia Tauro, «uno dei principali hub di ingresso degli stupefacenti in Europa».

Un passaggio è stato riservato «agli adeguamenti dell’organico delle forze di polizia, non perché oggi ci sia una sottovalutazione ma perché bisogna tenere conto della molteplicità di impegni che le forze dell’ordine hanno in questo territorio, tra i quali non va dimenticato l’impegno sui fenomeni di degrado urbano». Piantedosi spiega, comunque, che tornerà a Reggio Calabria per affrontare una serie di questioni di cui ha preso nota oggi, tra le quali i temi delle misure antiracket e antiusura, degli amministratori, dell’utilizzo dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata.
È il prefetto Massimo Mariani a tornare poi sul motivo centrale della riunione: «Si tratta di un protocollo che segna l’avvio di una importante iniziativa imprenditoriale che riguarda Reggio Calabria e che intendiamo monitorare perché sappiamo benissimo in che territorio ci troviamo. L’obiettivo è tenere fuori dal cantiere presenze non gradite e aiutare l’appaltatore a gestire l’opera senza avere rapporti con imprese legate alla ‘ndrangheta. Creeremo una cintura di sicurezza intorno a questo cantiere».

Il contrasto alle infiltrazioni della ‘ndrangheta

L’obiettivo è prevenire e contrastare possibili tentativi di infiltrazione della criminalità organizzata nei lavori di realizzazione del “Museo del Mare”, un’opera da 113 milioni di euro. Ad aggiudicarsi i lavori la pugliese Cobar Spa, che a Reggio Calabria si è occupata anche della realizzazione del Waterfront, così come dei lavori al Museo Nazionale.
Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha partecipato nel pomeriggio al Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, convocato dal prefetto Massimo Mariani, al termine del quale Vito Matteo Barozzi, amministratore delegato di Cobar Spa, società capofila del raggruppamento temporaneo di imprese con la lucana Mancuso Spa, ha sottoscritto con Ance Calabria, Prefettura di Reggio Calabria e ministero dell’Interno il documento per la realizzazione dell’opera progettata dalla archistar Zaha Hadid, pensata per la riqualificazione degli spazi tra il lungomare Falcomatà e il porto.
Presenti in conferenza stampa presso la prefettura reggina il ministro Piantedosi, il prefetto Mariani, il sindaco ff di Reggio Calabria Paolo Brunetti, l’amministratore delegato Barozzi, Michele Laganà dell’Ance.

Il documento

Il documento prevede di stipulare contratti e subcontratti esclusivamente con soggetti iscritti nelle “white list” o nell’Anagrafe Antimafia degli esecutori e prevede apposite condizioni risolutive in caso di successiva interdittiva. Prevede la possibilità di chiedere ad Ance Reggio Calabria di accedere alla Banca Dati Nazionale Unica della Documentazione Antimafia. Con questo protocollo, inoltre, Cobar, si impegna, ad acquisire l’espressa accettazione, da parte di ciascuna società o impresa affidataria e subaffidataria, dell’obbligo di denunciare all’Autorità Giudiziaria o agli Organi di Polizia qualsiasi interferenza illecita, in qualsiasi forma essa si manifesti.
La Cobar – che tra le altre opere ha realizzato i lavori di consolidamento degli ambienti ipogei del Colosseo a Roma – a Reggio Calabria si è aggiudicata appalti importanti come il Waterfront e i lavori di ristrutturazione del Museo archeologico nazionale. Un progetto, quest’ultimo, per il quale la società guidata dall’amministratore delegato Vito Matteo Barozzi, subì le pressioni dei clan di Archi che sfociarono nel 2015 nell’inchiesta della Dda di Reggio Calabria “Il principe”, dal soprannome di Giovanni De Stefano. Ed è proprio Barozzi che chiosa sulla firma del protocollo: «Siamo onorati e felici di aver firmato questo protocollo perché ci sentiamo veramente le Istituzioni al nostro fianco. In occasione dei lavori del Waterfront ho dovuto portare maestranze dalla Puglia, adesso vorrei assumerle qui e collaborare con imprese reggine per l’esecuzione di quest’opera che sicuramente rimarrà nella storia, Non vedo l’ora di iniziare i lavori. La firma di questo protocollo – ha rimarcato Barozzi – ci rende sereni. Nella ricerca di collaborazioni avremo la collaborazione di operai per bene e imprese per bene, questo per noi è la sicurezza».
«La prevenzione nel momento in cui si affronta un’opera di questa portata diventa fondamentale – ha continuato –. Rafforzare i presidi di governance finalizzati a creare un sistema di regole, un tracciamento puntuale e una rete di controlli rigorosi in ogni fase dei lavori, anche nel rapporto con i fornitori, può risultare decisivo per abbattere qualunque ostacolo che possa condizionare o rallentare il normale svolgimento delle attività imprenditoriali. La collaborazione e il dialogo costante con le istituzioni e con Ance Calabria possono davvero contribuire a rafforzare chi vuole lavorare nel Sud, creare ricchezza in maniera sana e trasparente senza che possa essere offeso o limitato il principio della libertà di impresa e di mercato», ha concluso Barozzi.
L’opera comprende costerà 113 milioni di euro. «Oggi – ha commentato a margine della conferenza stampa Carmelo Romeo, consigliere comunale con delega all’opera – abbiamo fatto un altro passo avanti importante verso la costruzione del Museo del Mare. È un’opera tanto attesa dalla città di Reggio e dall’intera regione. In questi mesi abbiamo continuato a lavorare e e siamo molto fiduciosi».

Caso Apostolico, per Piantedosi «nessun dossieraggio»

Il ministro Piantedosi ha risposto anche a una domanda sul caso Apostolico, il magistrato del Tribunale di Catania che ha bocciato la direttiva del governo sull’immigrazione. Riguardo al video, diffuso da un carabiniere, in cui si vede il giudice partecipare a una manifestazione contro il sequestro della nave Diciotti deciso dall’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini, Piantedosi dice che non c’è stato dossieraggio e che il caso è comunque all’esame dell’autorità giudiziaria. Per il ministro, a dire il vero, non ci sarebbe neppure un vero e proprio caso perché «la manifestazione era pubblica dunque non si può invocare il diritto alla privacy». La questione sollevata da più parti riguarda, però, la comparsa del filmato a cinque anni di distanza e proprio dopo il parere opposto dal magistrato al decreto del governo sugli sbarchi. (redazione@corrierecal.it)

Il rendering del “Museo del Mare”

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