LAMEZIA TERME Sono sei gli imputati nei confronti dei quali la Procura di Lamezia Terme, guidata da Salvatore Curcio, ha chiesto il rinvio a giudizio. Si tratta di sei dipendenti della Lamezia Multiservizi spa che sono a vario titolo accusati di false certificazioni e truffa aggravata in danno di un organismo pubblico, poiché, in esecuzione di un medesimo disegno criminoso, con modalità fraudolente consistite nella registrazione in entrata effettuata mediante il badge personale, attestavano falsamente la loro presenza in servizio, dal quale si allontanavano senza autorizzazione e senza effettuare la corrispondente vidimazione in uscita in diverse occasioni, per dedicarsi ad attività privatistiche: c’è chi andava a fare la spesa, c’è chi andava dal barbiere, chi svolgeva altre attività lavorative. Circostanze cristallizzate dalle indagini della Guardia di finanza di Lamezia Terme – Nucleo operativo e Nucleo mobile – comandata dal capitano Valentino Luce, con fotografie e video che sono agli atti del processo.
L’indagine è stata denominata “Quo Vado” e prende le mosse dal noto film di Checco Zalone sulle cattive abitudini di taluni funzionari pubblici.
Nel corso dell’udienza preliminare, davanti al gup Francesco De Nino, si è costituita parte civile la Lamezia Multiservizi spa, rappresentata dall’avvocato Michele Cerminara.
La prossima udienza a carico di Ivan Saladino, 66 anni, di Lamezia Terme; Giovanni Cugnetto, 56 anni, di Lamezia Terme; Ferdinando Carfora, 52 anni, di Lamezia Terme; Vincenzo Bosco, 67 anni, di Lamezia Terme; Adriano Gallo, 49 anni, di Nocera Terinese; Cosimo Pellegrino, 68 anni, di Cortale si terrà il prossimo cinque dicembre. Nel collegio difensivo gli avvocati Antonio Larussa, Giuseppe Notarianni, Tiziana D’agosto, Gabriele Ruffino, Francesco Vitaliano. (ale. tru.)
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