TEL AVIV L’unica centrale elettrica di Gaza è rimasta senza carburante e si è spenta. Lo ha reso noto un funzionario dell’Autorità per l’energia della Striscia, che resta così al buio.
Israele, intanto, sta colpendo nella Striscia su «scala senza precedenti», ha detto il generale Omer Tishler, capo di staff dell’aviazione militare.
«Stiamo attaccando la Striscia» con questa modalità «perché quello che accade qui è qualcosa che non è mai accaduto prima. C’è un nemico che tira razzi e attacca la popolazione civile».
E sull’attacco dell’esercito all’Università islamica a Gaza, per il portavoce militare l’ateneo «era usato come centro di addestramento per operativi militari dell’intelligence e per lo sviluppo della produzione di armi».
Distrutta a Gaza – hanno raccontato fonti palestinesi – la casa della cosiddetta mente degli attacchi di Hamas a Israele, Mohammed Deif, uccidendo il fratello e membri della sua famiglia, compresi il figlio e la nipote. Lo riferisce Ynet. Dello stratega dell’assalto non si hanno però notizie. Altri parenti di Deif sarebbero intrappolati tra le rovine dell’edificio, nel sud della Striscia di Gaza.
Sono state contattate le famiglie di una parte degli israeliani rapiti da Hamas. «Abbiamo aggiornato per ora 60 famiglie di rapiti», ha detto il portavoce militare israeliano Daniel Hagari aggiungendo che l’esercito ha preparato un centralino da cui i parenti dei rapiti possono ricevere aggiornamenti e a cui possono essere dirette nuove testimonianze.
Sirene di allarme risuonano al confine nord e sud di Israele: interessato il settore occidentale della alta Galilea, nella zona del villaggio Arab al-Aramshe mentre in mattinata è stato centrato un edificio a Sderot, nei pressi del confine. Nell’ultima salva di razzi lanciati da Gaza, un palazzo è stato colpito ad Ashkelon, secondo i media per i quali «ci sono feriti».
Secondo il ministero della Sanità di Gaza, ci sarebbero stati 1.055 morti e 5.184 feriti
nella Striscia a seguito degli attacchi degli israeliani.
L’esercito israeliano afferma che circa 300.000 soldati sono attualmente di stanza vicino alla Striscia di Gaza per la guerra contro Hamas. «Quello che stiamo facendo in queste zone vicine alla Striscia è che abbiamo inviato e schierato la nostra fanteria, i nostri soldati corazzati, il nostro corpo di artiglieria e molti altri soldati delle riserve: 300.000 in tutto», ha spiegato oggi in un video pubblicato su X il portavoce delle Forze di difesa israeliane (Idf) Jonathan Conricus. «E questo per garantire che Hamas, alla fine di questa guerra non avrà alcuna capacità militare con cui minacciare o uccidere i civili israeliani», ha aggiunto il tenente colonnello dell’Idf.
L’ex capo di Hamas Khaled Meshaal ha rivolto oggi un appello a tutto il mondo musulmano a scendere in strada venerdì dopo la preghiera per manifestare sostegno ai palestinesi e affinché i popoli dei Paesi vicini si uniscano contro Israele. E’ necessario «andare nelle piazze del mondo arabo e islamico venerdì», ha detto Meshaal, che attualmente dirige in Qatar l’ufficio della diaspora di Hamas, in una dichiarazione registrata inviata a Reuters. I popoli di Giordania, Siria, Libano ed Egitto hanno il dovere più grande di sostenere i palestinesi, perché, ha detto, «i confini sono vicini a voi».
Intanto l’amministrazione Biden si sta coordinando con altri paesi per un creare un corridoio che consenta ai civili di Gaza e agli americani che vogliono scappare dalla guerra di farlo: lo riporta Nbc citando alcune fonti, secondo le quali il corridoio sarebbe a sud di Gaza e condurrebbe in Egitto.
«Gli attacchi sproporzionati e infondati di Israele su Gaza potrebbero portarla verso una posizione sgradita agli occhi del pubblico a livello globale». Lo ha detto il presidente turco Recep Tayyip Erdogan durante un discorso al gruppo parlamentare del suo partito Akp, trasmesso dalla tv di Stato turca Trt. «Condurre un conflitto in questo modo non è una guerra ma un massacro», ha detto Erdogan riguardo ai bombardamenti israeliani su Gaza. Invitando entrambe le parti a usare contegno, il presidente turco ha detto che Ankara si oppone «equamente all’uccisione dei civili in Israele e ai bombardamenti su Gaza».
«Nove membri del nostro personale sono stati uccisi negli attacchi aerei sulla Striscia di Gaza da sabato». Lo ha reso noto Unrwa, l’agenzia Onu che si occupa dei rifugiati palestinesi, sul suo profilo X. “La protezione dei civili è fondamentale, anche in tempi di conflitto. I civili dovrebbero essere protetti in conformità con le leggi di guerra», sottolinea Unrwa.
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