«Noi non avevamo dubbi: la solidarietà non può essere un reato. Ora anche un tribunale lo conferma facendo crollare il castello delle accuse contro Mimmo Lucano. Ne siamo davvero felici». Lo afferma il segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni, parlamentare dell’Alleanza Verdi Sinistra. «Un abbraccio a Mimmo – conclude il leader di SI – per tutto quello che ha dovuto passare».
«Il modello Riace era un modello vincente: oggi sappiamo che è stato ingiustamente smantellato, sappiamo che l’accoglienza era un modello di sviluppo, che cercare di proteggere chi arriva e di far ripartire il Sud Italia unendo le forze era una strada vincente e giusta. La solidarietà non si processa e oggi sappiamo che la solidarietà non si condanna. Grande Mimmo, sapevamo che prima o poi sarebbe arrivata la verità”. Lo dice Roberto Saviano in un video pubblicato sui social, commentando la decisione della Corte d’appello di Reggio Calabria che ha condannato l’ex sindaco di Riace Mimmo Lucano ma solo ad un anno e sei mesi di reclusione, con pena sospesa. “È ufficiale, Mimmo Lucano non ha rubato e il modello Riace era un modello di solidarietà che è stato attaccato a sinistra e massacrato ed utilizzato a destra. L’estrema destra al governo non chiederà scusa. Non sentirete Salvini chiedere scusa, né studiare, ammesso che ne sia in grado, gli atti del processo” afferma ancora Saviano che in un post che accompagna il video scrive: “Sono in viaggio e mi arriva la notizia che le accuse a Mimmo Lucano sono totalmente crollate in appello. Da 13 anni richiesti all’inizio del processo, a un anno e sei mesi. Ci fermiamo a far rifornimento e registro questo video pieno di felicità per un amico non solo mio, ma di chiunque ritenga che i diritti di chi non ha diritti vengano prima di ogni becera propaganda politica. Evviva Mimmo, giustizia è (quasi) fatta».
L’eurodeputato S&D Massimiliano Smeriglio dichiara via social: «Finalmente una buona notizia. In sede d’Appello tutte le accuse di nefandezze contro Mimmo Lucano sono decadute. 17 persone, tutte prosciolte. Mimmo condannato con la sospensiva ad un anno e sei mesi per abuso d’ufficio, per un atto amministrativo minore. La giustizia anche questa volta ha fatto il suo corso, e il tempo è come sempre galantuomo. Volevano seppellirlo, volevano che la favola di #Riace e di una persona perbene finisse sommersa dal fango. Volevano piegarlo, umiliarlo, archiviarlo per sempre. E con lui un modello, un altro mondo possibile. Associazione a delinquere, abuso d’ufficio, truffa, concussione, peculato, turbativa d’asta, falsità ideologica e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Queste erano le accuse della procura di Locri contro Mimmo Lucano, che in primo grado era stato condannato a 13 anni e due mesi. Cade quindi oggi tutto l’impianto accusatorio, che sosteneva che da parte di Lucano ci fosse stato un utilizzo dei fondi destinati all’accoglienza dei migranti per “trarre vantaggi personali”. Non era così. Mimmo Lucano è una persona perbene. E noi siamo con lui».
«Sono felice per Mimmo Lucano, il suo sorriso ricco di umanità ritornerà a splendere. Mimmo è l’antitesi del reato e si deve sempre lottare perché la giustizia trionfi». È il commento sui social di Luigi de Magistris alla sentenza di appello nei riguardi dell’ex sindaco di Riace.
«A Mimmo Lucano auguro che la Cassazione cancelli anche la condanna residua ma luì è colpevole politicamente di avere proposto un modello di accoglienza insostenibile». Lo afferma il vicecapogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera Alfredo Antoniozzi. «La condanna di primo grado – prosegue – mi era sembrata sproporzionata in un Paese nel quale spesso per omicidi si prendono pene irrisorie ma, ripeto, sarei felicissimo sinceramente se Lucano fosse assolto al terzo grado. Quello che non si può assolvere è un modello politico del tutto sbagliato, insostenibile e peraltro all’epoca promosso dal Pd che, successivamente, fece finanche finta di conoscere l’ex sindaco di Riace. Se nel suo paese, dopo di lui, è stato eletto un sindaco leghista significa che quel tipo di integrazione era imposta e non accettata».
«Mimmo Lucano è stato insultato, infamato, è stato oggetto della più becera propaganda. Contro di lui una crociata politica solo perché aveva impiantato nel suo Comune un modello di accoglienza. Per i giustizialisti c’era tanto altro. Dopo sei anni è stata oggi ripristinata la verità». Lo scrive su X Davide Faraone, deputato di Azione-Italia Viva. «Stravolto il quadro accusatorio. Mimmo, che ha amministrato Riace in maniera onesta – prosegue – ha visto le accuse contro di lui sgretolarsi come un castello di sabbia e la condanna è stata ridotta in appello a un anno e mezzo, con pena sospesa. Capi di imputazione come associazione a delinquere e peculato, frode, falso in atto pubblico, abuso d’ufficio e truffa caduti come birilli. Mimmo non ha tratto benefici per il suo conto corrente, e oggi è stata stabilita la verità. Nessuno ripagherà quest’uomo dalla sofferenza ma per lui si chiude un capitolo. Mai così bella appare la parola fine».
L’ex presidente della Regione Calabria Mario Oliverio afferma in una nota che «la giustizia è arrivata. Non abbiamo mai avuto dubbi: Mimmo Lucano è una persona onesta, un uomo che ha dedicato il fiore della sua gioventù all’accoglienza degli ultimi. La giustizia ha fatto piazza pulita da trame, veleni e strumentalizzazioni alimentate per meschini interessi politici. Viva la Giustizia. Il modello Riace è un valore alto ed insopprimibile, un valore della Civiltà europea, una risposta intelligente, umana e razionale all’immigrazione. Un grande abbraccio a Mimmo».
«Salutiamo con gioia e sollievo la sentenza che ha cancellato l’impianto accusatorio che aveva portato all’abnorme condanna del nostro fratello e compagno Mimmo Lucano». Lo affermano in una nota Maurizio Acerbo, segretario nazionale, e Stefano Galieni, responsabile immigrazione del Partito della Rifondazione comunista, coordinamento di Unione Popolare. «In appello – proseguono – rimane solo una condanna a un anno e sei mesi con sospensione condizionale sulla quale gli avvocati di Mimmo attendono motivazioni. Abbiamo sempre ripetuto che Mimmo non era un delinquente ma un compagno generoso che ha dedicato tutto se stesso alla rinascita della sua terra e alla solidarietà umana. Dopo questa sentenza dovrebbero vergognarsi tutti gli esponenti politici della destra, del Pd e del M5S che contro Mimmo scatenarono ispezioni e poi una canea vergognosa. L’esperienza di Riace ha dimostrato che l’accoglienza poteva e può realizzarsi in una maniera positiva per tutta la comunità, come occasione di lavoro, arricchimento culturale, rivitalizzazione del territorio».
«Hanno cercato di distruggere il modello Riace – sostengono gli esponenti di Rifondazione – perché vogliono riempire la penisola di prigioni per migranti su cui fare affari. Un’esperienza come Riace avrebbe avuto bisogno di un supporto tecnico-amministrativo non di inquisitori alla ricerca del modo per cancellarla. Ricordiamo che in primo grado il Tribunale di Locri aveva condannato Mimmo ad oltre 13 anni, sulla base di un teorema che aveva al centro quasi 20 anni di straordinaria esperienza di convivenza con richiedenti asilo nel piccolo borgo di Riace. Accogliere e costruire una società aperta senza farlo divenire business era inaccettabile per il potere in Italia e Mimmo Lucano, per tanto tempo celebrato in quanto sindaco della solidarietà, lo è stato per quasi tre mandati, è stato additato come pericolo pubblico ed esiliato». Per Acerbo e Galieni «Riace è viva e oggi festeggiamo con Mimmo la fine di un incubo. Come insegnava Bob Dylan “bisogna essere onesti per fare il fuorilegge”. Mimmo Lucano – concludono – è una persona onesta che non ha intascato neanche un euro e ha salvato tante vite. Un abbraccio fortissimo e un saluto a pugno chiuso a Mimmo da tutte le compagne e i compagni di Rifondazione Comunista».
«Finalmente è arrivata la sentenza della Corte d’Appello di Reggio per Mimmo Lucano nell’ambito del processo Xenia. A fronte della richiesta di condanna, con una pena pesantissima di oltre dieci anni di carcere, i giudici hanno inflitto una condanna a solo un anno e sei mesi con pena sospesa con la condizionale. Questa sentenza ribalta completamente il processo mediatico e politico che ha trascinato in incubo giudiziario Mimmo Lucano, rovinando la sua vita e infangando pesantemente la comunità di Riace e il modello di accoglienza che lo aveva contraddistinto a livello europeo». Lo sottolinea Arci. «L’intero centro destra si era prodigato negli anni nell’indicare Mimmo Lucano come esempio negativo, dando il via dai banchi del governo ad una inchiesta costruita e ad un processo mediatico che vedeva in particolare nel ministro Salvini il giudice censore – continua – La sentenza di oggi rigetta la maggior parte delle accuse riconoscendo il processo come assolutamente infondato. In un paese normale il governo in carica dovrebbe chiedere scusa a questo cittadino e alla comunità di Riace per quello che hanno dovuto subire. Ma noi non siamo un paese normale e dunque, sappiamo, non succederà – conclude l’associazione – Mimmo Lucano non è stato mai solo: abbiamo sempre saputo e avuto certezza della sua integrità e della sua dedizione per la sua comunità e per i più deboli e per questo che in questi terribili anni, lo abbiamo accompagnato continuando a credere nel valore dell’umanità, prima di ogni altra cosa. Grazie Mimmo, avanti insieme!».
La Corte d’appello «rende giustizia a un paese, Riace, che ha fatto dell’accoglienza un punto fermo. Contento per Lucano, seppur la Lega lo avesse già condannato, ma è certo che il modello dell’accoglienza diffusa è l’unico che può funzionare». Lo afferma il segretario del movimento Unione Popolare Cristiana (Upc) Antonio Satta. “Escludere un’intera comunità vuol dire negare quel principio di solidarietà è che alla base della Costituzione», conclude Satta.
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