CATANZARO Il coinvolgimento di 11 piccole e medie imprese calabresi nei settori dell’edilizia e dei trasporti, il coinvolgimento di 88 lavoratori stranieri, la realizzazione di 11 interventi da 32 ore di attività formative personalizzate, la redazione di materiale informativo e divulgativo: sono questi alcuni dei risultati del progetto “Lavoratori stranieri in sicurezza” realizzato in sinergia da Confindustria Catanzaro e dalla direzione regionale Inail Calabria. Il progetto è stato presentato questa mattina in una conferenza stampa dal presidente di Unindustria Calabria Aldo Ferrara, insieme al direttore di Confindustria Catanzaro Dario Lamanna, e dal direttore generale Inail Calabria Fabio Lo Faro. Il progetto si propone di «trasmettere a favore dei lavoratori stranieri la cultura della sicurezza che spesso – è stato evidenziato in conferenza stampa – risulta difficile non solo per i problemi connessi alla scarsa conoscenza della lingua italiana ma anche per la differenza di atteggiamenti legati alla ultra di appartenga e alle normative nazionali. Questi problemi sono aggravati dallo scarso investimento in tema di sicurezza per questa categoria di lavoratori che richiede necessariamente un’attività di formazione e informazione ad hoc. È quindi indispensabile un concreto approccio alla prevenzione, superando difficoltà linguistiche e culturali». Sul piano numerico, la percentuale di lavoratori stranieri più alta in Calabria è quella dei rumeni (55%), seguiti da marocchini (16%) e moldavi (13%).
«Questo progetto – ha commentato Ferrara – corrisponde a una collaborazione virtuosa pubblico-privata su un tema così importante, e testimonia in modo concreto l’impegno del sistema confindustriale. Siamo convinti che un solo lavoratore in più che non ritorna a casa dopo il turno di lavoro è una sconfitta per tutti, per cui su questo dev’esserci la massima determinazione, perché i lavoratori sono la massima ricchezza delle imprese, di quelle sane soprattutto. Quindi bisogna fare prevenzione, che si fa ovviamente anzitutto con i controlli ma anche con la fonmazione, l’informazione e la consulenza. Per questo implementeremo questo progetto nel tempo». A sua volta Lo Faro ha evidenziato: «Gli esiti del progetto sono senz’altro favorevoli, in Calabria l’andamento infortunistico non è peggiore in proporzione alle altre regioni ma indica che una parte delle aziende calabresi come avviene in altre parti d’Italia non prende seriamente in considerazione alcuni aspetti. In Calabria c’è un andamento infortunistico che continua a mantenersi agli stessi livelli, per abbassare questi livelli occorre – secondo le indicazioni del presidente della Repubblica Mattarella – aderire alle norme e gli strumenti individuati per raggiungere l’obiettivo di zero infortuni nel mondo del lavoro. In generale rispetto allo scorso anno non ci sono state più vittime, in proiezione sembra che il numero possa diminuire, ma questo non vuole dire nulla perché anche un solo morto è una sconfitta terribile per tutto il sistema. Per far comprendere la filosofia del progetto – ha aggiunto il direttore di Inail Calabria – cito Massimo Gramellini che ha scritto che “chi non riesce a prevenire il prevedibile finisce con il renderlo ineluttabile”. Come ha detto il presidente Mattarella non attivarsi prima di un incidente sul lavoro è inaccettabile. C’è bisogno che norme e procedure siano tradotte in informazioni e comunicazione: questo è il senso del progetto». (redazione@corrierecal.it)
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