PALERMO «La sentenza pronunciata dal tribunale penale di Reggio Calabria presenta una straordinaria anomalia, perché dopo aver condannato De Luca a otto mesi di reclusione per il reato di diffamazione ai danni dell’ex procuratore Barbaro, questione di cui ci occuperemo nel giudizio di appello attraverso il quale siamo certi di poter ribaltare l’esito per come già dimostrato nel corso del processo e della discussione finale, applica la sospensione condizionale della pena subordinandola al risarcimento del danno, consumando un gravissimo errore giudiziario poiché detta subordinazione è statuita in un processo dove la parte offesa, l’ex pg Vincenzo Barbaro, non era costituito parte civile». Lo dice l’avvocato Carlo Taormina (nella foto) difensore di fiducia di Cateno De Luca nel processo in cui il leader politico era imputato di diffamazione al magistrato. «Una recente sentenza delle Sezioni unite della Cassazione (sent. n. 32939 del 27 luglio 2023) – dice Taormina – evidentemente ignorata dal giudice del Tribunale di Reggio Calabria infatti, stabilisce che “il giudice può subordinare (….) il beneficio della sospensione condizionale della pena al pagamento della somma dovuta a titolo di risarcimento del danno, (…..), solo a condizione che nel giudizio vi sia stata costituzione di parte civile”, fatto questo non verificatosi in questo processo. Il giudizio d’Appello non servirà solo ad eliminare questo errore ma ad eliminare una sentenza che grida vendetta».
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