FIRENZE La Seconda Sezione Civile del Tribunale di Reggio Calabria ha sancito lo scorso settembre che il Ministero degli Interni deve risarcire una cifra di un milione e 276mila euro a vantaggio dei familiari di un vigile del fuoco calabrese prematuramente scomparso a causa dell’esposizione all’amianto. A tutelare le parti lese l’avvocato Elisa Ferrarello dello Studio Legale Frisani di Firenze. La sentenza è oggi, 12 ottobre, definitiva.
Dal 1973 la vittima aveva svolto servizio al Comando Centrale dei Vigili del Fuoco di Reggio Calabria per passare, negli anni Novanta, al distaccamento aeroportuale di Reggio, fino 2004, data del pensionamento.
Aveva utilizzato teli e coperte di amianto in incendi auto, bombole, capanni campestri e manufatti in eternit. La fibra killer era nei guanti e nella tuta che utilizzava per “difendersi” dalle fiamme. Le tute sono state sempre presenti sotto il sedili dei suoi mezzi di trasporto lavorativi e non dovevano mai essere lavate, nonostante, come ha spiegato un teste, “spolverassero” (si staccassero le fibre), per non perderne la capacità protettiva. Indumenti che l’uomo indossava anche nel corso delle ripetute esercitazioni, dei giovani vigili del fuoco di cui curava la formazione.
Nel 2011 dopo essere transitato dagli ospedali di Messina e Venezia gli era stato diagnosticato un mesotelioma maligno. Uno dei figli lo aveva infine condotto all’Ospedale di Brescia, dove era stato operato, nel disperato tentativo di salvargli la vita. Nel 2012 il male aveva avuto la meglio e lasciato i familiari nella disperazione di una perdita troppo precoce, a soli 65 anni. Un dolore così lancinante e ingiusto perché come accenna la sentenza: «..la morte del padre poteva essere evitata», che ha portato una delle figlie dentro una depressione patologica e il Giudice, dottor Dionisio Pantano, ha ritenuto necessario riparare, per quanto possibile, decidendo a vantaggio della signora un incremento del risarcimento la cui cifra complessiva ammonta ad oltre trecentotredicimila euro, la più alta tra tutti i familiari dello scomparso.
Nelle parole di un testimone la tragedia di un’epoca vissuta dal Corpo dei Vigili del Fuoco, non solo in Calabria: «Nessuno ci ha mai dato indicazioni o informazioni sulla nocività dell’amianto: io l’ho scoperto perché a partire dal 1998 ho cominciato a perdere molti amici…». Commenta l’avvocato Elisa Ferrarello: «Purtroppo c’è un numero crescente di vigili del fuoco deceduti a causa dello svolgimento delle loro mansioni, in tutta Italia, il nostro studio sta supportando diversi casi, prevalentemente in Liguria e arrivano ogni giorno nuove richieste, soprattutto dal Nord Italia».
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