Si allarga il presunto scandalo dei calciatori che hanno scommesso su piattaforme illegali. C’è un quarto giocatore, Zalewski, coinvolto, dopo Fagioli, Tonali e Zaniolo.
I calciatori non possono scommettere su niente e forse questo è già un limite: se, ad esempio, un giocatore della Juventus scommette su una partita tedesca quale infrazione commette? Il problema è vedere le cifre messe in campo. Tonali guadagna otto milioni l’anno, Zaniolo quattro, Fagioli e Zalewski molto di meno. Per parlare di ludopatia la cifra deve essere commisurata al reddito. Insomma, se Tonali e Zaniolo hanno scommesso qualche centinaia di migliaia di euro non si tratta di ludopatia. Per Fagioli il discorso sembra diverso.
Ciò che fa scandalo è che i calciatori siano una categoria in cui girano un sacco di soldi, ma ci sì dimentica spesso che la gran parte di essi è immatura e priva di forti sostegni familiari. Spendono in abbondanza perché hanno troppo.
Bisognerà ora vedere gli sviluppi dell’indagine e se qualcuno abbia giocato sulla propria squadra magari danneggiandola dolosamente.
La ludopatia è una continua emergenza che riguarda soprattutto i ceti più deboli e rispetto alla quale da sempre lo Stato incassa somme esorbitanti. Le piattaforme continuano a pagare tasse irrilevanti sui profitti.
Buttare subito la croce addosso sarebbe sbagliato ma è giusto andare fino in fondo. Zaniolo più di tutti, talento straordinario, conferma come la testa sia determinante nella carriera di un calciatore. Inversamente alla politica, dove da trent’anni almeno l’intelligenza non è un requisito essenziale per progredire.
x
x