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«Un festival delle invasioni lungo un anno intero»

L’annuncio nella conferenza stampa a Palazzo dei Bruzi per illustrare il dossier sulla candidatura di Cosenza a Capitale italiana della Cultura 2026

Pubblicato il: 13/10/2023 – 16:00
«Un festival delle invasioni lungo un anno intero»

COSENZA «Nel 2026 il festival delle invasioni non avrà la forma storica, ma per tutto l’anno gli eventi invaderanno gli spazi urbani». L’annuncio è arrivato oggi, nel salone di rappresentanza di Palazzo dei Bruzi, da Rocco Mangini, uno dei curatori del dossier dal titolo “Dai sogni ai segni”, presentato al ministero della Cultura  e per il quale la città di Cosenza è stata selezionata tra le 16 città rimaste in lizza per la candidatura a Capitale italiana della Cultura 2026.
Mangini, pugliese, ha anticipato che tra gli eventi programmati – in caso di vittoria del bando ministeriale – ci saranno anche un «Festival degli orti e dei giardini diffusi» dedicato ai cambiamenti climatici e alla land art, «piccoli eventi di prossimità» come le feste di quartiere e, per la prima volta a Cosenza, i Monumenti aperti «con i ragazzi che faranno da ciceroni e sentinelle della bellezza».

Tappe, numeri e parole del dossier

In 60 pagine, il dossier individua 7 macroaree – tante quanti sono i colli di Cosenza – per altrettanti ambiti in cui intervenire. A dispetto del titolo onirico, non è il classico libro dei sogni ma detta temi e tempi dei progetti: «La parola comunità è ripetuta 47 volte – ha detto ancora Mangini – e dai cittadini ci aspettiamo partecipazione, dopo un momento di immancabile sarcasmo sui social da parte di chi pensa che le priorità siano ben altre. Il bando non premia la città più bella e più ricca, ma quella che riesce a cambiare il destino della propria comunità. Cosenza ha una storia millenaria e questo è il momento giusto per osare, facendo leva sui fondi Cis». Secondo Mangini uno dei “segni” della vicenda è la concomitanza della fine dei lavori nel centro storico con l’anno della candidatura: «Sarà in ogni caso l’anno zero per Cosenza, che si vinca o non si vinca, visto che al di là del bando questo dossier resterà. Restaurare non basta se poi mancano la progettualità e la giusta gestione», ha concluso ringraziando l’impegno finanziario dei privati (come la Fondazione Cassa di Risparmio e Fondazione Giuliani) e proponendo di prevedere una premialità anche per le città finaliste ma non vincitrici: la Regione Puglia lo fa già a sostegno della città pugliese in corsa, perché oltre al milione per la prima classificata non prevedere 200mila euro per ciascuna delle rimanenti 9?
L’iter è partito poco più di tre mesi fa: il 4 luglio l’idea di rispondere alla manifestazione d’interesse, in un paio di mesi la lavorazione in gruppo – anche da remoto – sul dossier e il 27 settembre la presentazione, andata a buon fine (10 città, pur ammesse, non sono riuscite a presentarlo). Il 15 dicembre si conosceranno le 10 finaliste e il 29 marzo 2024 si saprà finalmente il nome della città vincitrice: la partita non sarà facile, chiosa Pino Di Donna moderatore della conferenza stampa elencando sfidanti del calibro di Treviso, Lucca, L’Aquila e la lucana Bernalda, paese d’origine del regista Francis Ford Coppola e magari con il dente avvelenato proprio per il Cis “sottratto” al fotofinish a Matera…

Gli altri interventi

All’incontro con i giornalisti hanno partecipato il sindaco Franz Caruso, la consigliera delegata alla Cultura, Antonietta Cozza, il consigliere delegato del sindaco al CIS (contratto integrato di sviluppo centro storico) Francesco Alimena, il presidente della Commissione Cultura, Mimmo Frammartino e Marilena Cerzoso che ha curato il dossier con Mangini. Sono stati invitati a partecipare i deputati Anna Laura Orrico, Simona Loizzo e Alfredo Antoniozzi, mentre i senatori Fausto Orsomarso e Mario Occhiuto erano assenti per altri impegni, come il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto), il presidente della Provincia di Cosenza, Rosaria Succurro, e tutti i consiglieri regionali.
Il sindaco ha elogiato lo spirito dell’iniziativa («Oggi qui ci sono le rappresentanze e non gli schieramenti politici») e, dopo aver da un lato ringraziato Orrico per la battaglia sul Cis da sottosegretaria e dall’altro rivendicato l’arrivo dell’Unical nel centro storico, ha specificato che il progetto “Dai sogni ai segni” «non è una scatola chiusa ma un contenitore aperto per il quale abbiamo utilizzato le migliori professionalità ma al quale ci aspettiamo che i cosentini collaborino. Diciamo sempre che siamo l’Atene della Calabria ma è arrivato il momento di guardare al futuro, abbiamo i presìdi culturali su cui puntare. Non so se saremo pronti o meno, ci stiamo provando… Io però devo dire che non sono decubertiano: dobbiamo vincere».
Per Antonietta Cozza si tratterà di un «cantiere dal basso» con forum tematici aperti alla cittadinanza: quattro le sue parole chiave – «coraggio, lungimiranza, inclusione e rinascita» – senza dimenticare la cantierazione nel centro storico già partita. A questo proposito Francesco Alimena ha rimarcato come trasporti e servizi avranno un ruolo decisivo, mentre Mimmo Frammartino ha messo a disposizione l’organismo consiliare che presiede.
Poi la parola ai parlamentari: Simona Loizzo (Lega) ha rimarcato il ruolo di Cosenza tra le radici nella Magna Graecia e il futuro della città unica, Alfredo Antoniozzi (Fratelli d’Italia) ha ribadito l’unicità del nostro patrimonio artistico, storico e culturale mentre per Anna Laura Orrico (Movimento 5 Stelle) la firma del Cis, il 13 settembre 2020, può essere considerato il primo passo di questo percorso che porta al 2026.
Infine Mario Bozzo, presidente della Fondazione Carical, ha voluto dedicare un ringraziamento commosso al compianto Nuccio Ordine: un rimpianto che si somma alla sua assenza è rappresentato dal fatto che nel Cis non si riuscì a inserire il suo Centro Internazionale di Studi Telesiani Bruniani e Campanelliani. (euf)

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