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La scuola scoppia in Calabria. Territori in rivolta contro i piani di dimensionamento

Proteste degli studenti e dei docenti in tutte le province: il cortocircuito istituzionale sembra ormai insanabile e il “nodo” irrisolvibile

Pubblicato il: 14/10/2023 – 14:03
La scuola scoppia in Calabria. Territori in rivolta contro i piani di dimensionamento

CATANZARO Proteste a Catanzaro e Lamezia Terme, proteste a Cosenza, proteste a Crotone, proteste a Reggio Calabria, proteste a Vibo Valentia. Nel più completo corto-circuito istituzionale scoppia la scuola in Calabria. Alle ormai endemiche emergenze che vanno dalla dispersione esplicita e implicita e alle carenze infrastrutturali e al gap formativo con le regioni del centro nord, la Calabria ora aggiunge le criticità legate ai piani di dimensionamento scolastico adottati dalle Province, piani che stanno suscitando dappertutto accorpamenti spesso illogici e puramente burocratici, polemiche a non finire, strappi istituzionali – con dirigenze sclastiche contro Comuni, Province e Regioni, Comuni contro Province e Regione e quant’altro – e studenti in piazza perché vedono a forte rischio il loro diritto all’istruzione. Non c’è praticamente territorio che si sta salvando, in Calabria, nel contesto di una regione che ha subìto gravi tagli – ben 79 autonomie scolastiche secondo gli ultimi dati ufficiali – a causa delle ottuse scelte del livello governativo. Giusto qualche esempio: a Vibo Valentia i consiglieri provinciali hanno fatto mancare il numero legale sul piano di dimensionamento scolastico, a Cosenza – dove i provvedimenti governativi rischiano di far chiudere 29 autonomie – c’è un ribollire di manifestazioni così come a Regio, a Catanzaro – dove fa discuterebbe il previsto accoramento d due istituti storici come il Galluppi e il De Nobili per creare un “mostro” da 2000 studenti – l’altro ieri il Consiglio comunale del capoluogo ha approvato una risoluzione per dare mandato al sindaco di chiedere alla Provincia la non pronuncia, il ritiro del Piano di dimensionamento o verificare l’eventuale impugnabilità del piano. Problematiche simili si registrano poi sugli altri territori. Si conta anche l’impalpabilità delle Province, diventate inutili gusci vuoti, chiusi al dialogo interistituzionale. La Regione nella vicenda ha un ruolo operativo secondario – aspetta che le Province trasmettano i piani di dimensionamento approvati – e in realtà potrebbe svolgere un’azione di “governo” della situazione, ma non sembra lo stia facendo e paga anch’essa la mancata opposizione  ai tagli centrali. Da Roma non arrivano segnali di sorta. Secondo i dati Invalsi – giusto per citarne uno – per quanto riguarda gli studenti che in Calabria nell’anno scolastico 2021/22 hanno sostenuto l’esame di  maturità emerge che il 65% consegue il titolo senza raggiungere un livello di competenza adeguato in italiano mentre a livello nazionale la quota è del 48,5%: una percentuale destinata a peggiorare se le cose non cambieranno. (redazione@corrierecal.it)

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