In questi giorni Fabrizio Corona sta dimostrando tutte le doti e i difetti che ha: l’intelligenza, la spregiudicatezza, l’assoluto disinteresse verso la sensibilità altrui. È tornato a essere una specie di Montanelli e già il paragone metaforico mi fa rabbrividire.
Il guaio è che forse quei difetti per molti nostri connazionali, abituati al pubblico ludibrio, diventino pregi.
Corona snocciola ogni giorno i nomi dei presunti calciatori coinvolti nello scandalo scommesse. Presunti, perché ad esempio Zalewski non risulta nemmeno indagato.
Si permette di promettere di rivelare nomi di calciatori gay e, tranne chi scrive, nessuno, né l’ordine dei giornalisti, né la sinistra, nemmeno le associazioni che si battono per i diritti degli omosessuali, gli ricorda che questa porcheria non si può fare, poiché l’omosessualità a un fatto privato, legittimo e non può diventare oggetto di scherno.
Corona può tutto perché siamo reduci da un periodo di imbarbarimento della società e della politica. Ma questo non è giornalismo e i giornalisti dovrebbero ribellarsi piuttosto che inseguirlo.
Se ci sono calciatori che hanno sbagliato dovranno pagare ma con tutte le garanzie possibili e senza che sia Corona a stabilirlo. Se una persona ha un orientamento sessuale è un suo sacrosanto diritto la riservatezza. Non perché sia una vergogna essere omosessuale o gender ma perché si tratta di libertà personale.
Corona non mi piace. Lo difesi dicendo che aveva subito una condanna eccessiva ma non posso pensare che sia davvero diventato il punto di riferimento del giornalismo italiano. Lo dobbiamo a tanti giornalisti sottopagati che svolgono il loro lavoro tra problemi e minacce. Sono loro i miei eroi non Corona.
*Vice capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera
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