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Stasi: «Il dimensionamento scolastico è un provvedimento deleterio»

L’intervento del sindaco di Corigliano Rossano: «Serve un’alleanza tra le istituzioni per scongiurarlo»

Pubblicato il: 14/10/2023 – 22:24
Stasi: «Il dimensionamento scolastico è un provvedimento deleterio»

CORIGLIANO ROSSANO «Lo scorso 26 settembre sottolineavo con una nota istituzionale come la norma del dimensionamento scolastico fosse inopportuna ed inadeguata al mezzogiorno ed in particolare alla Calabria. Alla luce di quanto anticipato questa mattina dalla presidenza della Provincia di Cosenza riguardo la proposta che sarà portata all’attenzione del prossimo Consiglio provinciale, quel giudizio viene senz’altro drammaticamente confermato». Lo afferma, in una nota, il sindaco di Corigliano Rossano, Flavio Stasi. «La norma inserita nella finanziaria del dicembre 2022 del governo Meloni – aggiunge – prevede il taglio delle dirigenze degli istituti scolastici, comprensivi e superiori, con un parametro numerico: quello dei mille alunni per istituto. Una norma che probabilmente avrebbe potuto anche avere senso in altre aree del Paese, caratterizzate da centri fortemente urbanizzati e con una densità abitativa alta o comunque una rete infrastrutturale civile, ma che da queste parti rappresenta un semplice, mero, deleterio taglio lineare delle dirigenze. Misurare la scuola e la sua organizzazione esclusivamente con numeri è un errore per definizione. Ad un sindaco non importa il numero di dirigenze in sé: noi pensiamo alle comunità scolastiche ed una volta salvaguardati i plessi didattici, soprattutto nei centri storici e nelle aree rurali, l’esigenza successiva è di avere un riferimento dirigenziale più prossimo. Ecco perché nella nostra delibera, che come quella di tutti i Comuni non è stata considerata, si proponeva una deroga alla norma. Oppure, al massimo, una ridistribuzione geografica delle dirigenze ed un taglio minimo, ovvero 2 su 9». «In queste settimane – dice ancora Stasi – il dibattito si è concentrato, piuttosto maldestramente, su queste proposte, assolutamente migliorative rispetto a quanto previsto dalle norme, cercando di fare battaglie quasi personali o addirittura con qualche gruppo politico, evidentemente autolesionista, che si è schierato praticamente contro sé stesso. Non si è capito che il problema era insito in una norma nazionale sbagliata e recepita dai parametri della Regione che, per esempio, prevedono che nella provincia di Cosenza dovranno essere accorpati 29 istituti: un’enormità ed un dato che spazza via ogni ragionamento. Da questo nasce la proposta annunciata questa mattina dalla Provincia, che prevede tagli lineari, con i grandi centri urbani, compreso il nostro, nei quali il numero di dirigenze viene sostanzialmente dimezzato. Altro che i due accorpamenti proposti dalla Giunta comunale sui quali si faceva la polemichicchia di paese. E con alcuni piccoli centri accorpati ad istituti con sedi centrali a 30 o 40 chilometri di distanza. Numericamente non fa una grinza, ma politicamente è un’insostenibile follia. Oggi il Governo centrale, la Regione e la Provincia di Cosenza appartengono al medesimo schieramento politico e, com’è noto, personalmente non sono un sindaco allineato a tale schieramento. Per me sarebbe stato estremamente facile, ed oggi sarebbe ancor più facile, “buttarla in caciara”, soprattutto alla luce delle prossime amministrative, e farne una questione di colore politico. Ma per ottenere cosa? E soprattutto sulla pelle di chi? Dei nostri studenti? Sacrificherei volentieri qualche voto alle amministrative in cambio di una soluzione migliorativa. È ovvio che, come sindaci, soprattutto delle città con più di 15 mila abitanti, nelle attuali condizioni dovremo aprire una vertenza anche amministrativa e giudiziaria per tentare di fermare questo percorso, ma ritengo che tutti i sindaci, di qualsiasi colore politico, così come le presidenze della Provincia e della Regione, non possono non condividere un’ enorme preoccupazione per una brutale falcidiata di questo tipo, su un territorio come quello calabrese fatto di piccoli centri, contrade rurali, centri storici, distanti tra loro, mal collegati, caratterizzati da forte dispersione scolastica». «Per questa ragione, prima che anche questa vicenda diventi mero terreno di scontro politico – afferma ancora il sindaco di Corigliano Rossano – mi appello al presidente della Giunta Regionale, alle Presidenze delle Province calabresi ed a tutti i sindaci, per strutturare una alleanza istituzionale, che coinvolga anche la delegazione parlamentare calabrese, finalizzata ad un intervento normativo oppure ad una applicazione derogatoria della normativa sul dimensionamento scolastico, che eviti un provvedimento deleterio per l’intera Calabria. Razionalizzare le dirigenze è un conto, accorpare senza criterio un altro. Un appello che certamente non può non coinvolgere anche tutte le forze sociali della regione. Di fronte ad una regione istituzionalmente compatta in tutte le sue articolazioni, il Governo non potrebbe non comprendere l’inapplicabilità di questi parametri sul territorio calabrese. Riusciremo per una volta ad essere uniti? Come Amministrazione comunale, una volta salvaguardati tutti i plessi del territorio, continueremo a muoverci in tutte le sedi e con tutti gli strumenti a nostra disposizione per ottenere una revisione di questi provvedimenti e salvaguardare l’efficienza e l’efficacia dell’articolazione scolastica cittadina».

I circoli del Pd catanzarese: «Arretramento drammatico»

Sul tema del dimensionamento scolastico oggi sono intervenuto anche Carla Rotundo del Circolo PD “E. Lauria” Catanzaro, Rossana Neri del Circolo PD “Catanzaro Ovest” e Doriana Righini del Circolo PD “E. Lauria” Catanzaro. «E’ ormai chiaro ed evidente – sottolineano in una nota – che il dimensionamento scolastico rappresenta un punto di arretramento drammatico che segnerà pesantemente il futuro del sistema educativo, scaricando sulle nuove generazioni un “carico” negativo, insopportabile ed ingiusto. Tale fardello è molto più pesante nelle regioni del sud che, nel campo scolastico come in molti altri ambiti, vivono una situazione pesante di disuguaglianza e divario rispetto alle altre regioni del Centro o del Nord. Addirittura a Catanzaro il “ridimensionamento” sfocia nell’assurdo e, nel piano proposto dalla Provincia, ben 7 Istituzioni perderebbero la loro autonomia». Uno dei casi di forte impatto e netta ingiustizia è quello dell’accorpamento tra lo storico Liceo Classico Galluppi, l’innovativo Convitto Galluppi ed il completo Istituto di Istruzione Superiore De Nobili, con una conseguente complessiva popolazione scolastica di più di 2000 alunni. Ne risulterebbe una situazione sicuramente di difficile, se non impossibile, governabilità e gestione delle specifiche complessità da parte del povero Dirigente Scolastico e del personale tutto, viste anche le diverse prerogative dei 3 Istituti. E’ di oggi, per esempio, la bellissima notizia che il Convitto Galluppi ospiterà anche quest’anno le Convittia di per la loro XVI edizione. Circa 2000 studenti provenienti da ogni parte d’Italia invaderanno piacevolmente la nostra città e la nostra Provincia. A dimostrazione che la Scuola, a tutti i livelli, in città, è in continua crescita e non si può arrestare questo processo con provvedimenti amministrativi e politici sconsiderati. La contestazione è ormai generalizzata ed attraversa tutta la società calabrese e cittadina. Ben abbiamo fatto nei circoli “E: Lauria” e “Catanzaro Ovest” e ben ha fatto il PD a livello regionale  a battere un colpo e pronunciare parole chiare ed inequivocabili a difesa dell’istruzione e degli studenti. Occorre, adesso, essere conseguenti nelle sedi istituzionali, ci riferiamo – continuano gli esponenti Pd – in particolare al Consiglio Provinciale  di Catanzaro e chiediamo ai nostri rappresentanti di esprimersi con un voto nettamente contrario allo sciagurato dimensionamento  proposto. Invitiamo quindi, i gruppi consiliari di opposizione della Provincia, a cominciare da quello del PD, a votare nettamente contro la proposta di nuovo dimensionamento scolastico per come ipotizzato, in linea, peraltro, con la risoluzione proposta in Consiglio Comunale dalla consigliera Daniela Palaia che è stata approvata quasi all’unanimità. Saranno così chiare le responsabilità di quanto accade. Chiedano, inoltre, che la Regione Calabria assuma per intero le sue responsabilità, in considerazione del fatto che, a differenza di altre Regioni che hanno impugnato il provvedimento, si è “allineata” a scelte governative che fanno a pezzi, ancora una volta la Scuola catanzarese e calabrese tutta. Seguano l’esempio dei Consiglieri di Vibo Valenza che, invece del voto in aula, hanno scelto di trasmettere tutti gli atti alla Regione Calabria, chiedendo un incontro ad hoc con i vertici istituzionali ed amministrativi dell’Ente Regione».

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