Ultimo aggiornamento alle 13:57
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 5 minuti
Cambia colore:
 

il personaggio

Lady camorra: vita, fughe e morte di Rosetta Cutolo

Storia della sorella del superboss e prima donna al vertice di un clan mafioso

Pubblicato il: 15/10/2023 – 8:14
Lady camorra: vita, fughe e morte di Rosetta Cutolo

OTTAVIANO Rosetta Cutolo, sorella maggiore del defunto boss della Nuova Camorra Organizzata Raffaele, è morta a 86 anni, nella sua casa di Ottaviano (Napoli), dove era tornata dopo essere stata ricoverata alcuni giorni in ospedale per la frattura a un femore. Le esequie in forma pubblica – inizialmente in programma domani – sono state vietate su disposizione del questore di Napoli Maurizio Agricola per motivi di ordine pubblico. Per anni la donna è stata considerata al vertice del clan fondato dal fratello negli anni ’70 durante la permanenza del boss in carcere. A lei Cutolo aveva affidato la gestione degli affari e degli affiliati. Temuta, rispettata, ed onorata dagli uomini del clan Rosetta, secondo gli inquirenti, era anche custode dei suoi segreti, ipotesi suffragata dal ritrovamento di documenti custoditi nel Palazzo Mediceo, dove la donna ha vissuto per qualche tempo e dal quale gestiva gli affari della Nco. Condannata per associazione mafiosa, Domenica Rosa Cutolo si costituì nel 1993 dopo un lungo periodo di latitanza, durante il quale riuscì a sfuggire a diversi blitz.
La donna da circa dieci anni non aveva più pendenze penali, da quando era stata assolta dall’accusa di essere la mandante di un omicidio avvenuto ad Avellino. Dopo essere stata scarcerata, Rosetta era tornata nella casa paterna, in via delle Rose, dedicandosi al ricamo.
L’ex esponente di spicco della Nuova Camorra Organizzata, oltre a disegnare e realizzare ricami, si proclamava casalinga e contadina. Domani la salma della donna sarà cremata, ma non ci saranno funerali pubblici: il questore di Napoli, Maurizio Agricola, ha infatti vietato la celebrazione così come accaduto due anni fa per il fratello Raffaele, la cui salma fu portata a tarda sera nel cimitero di Ottaviano blindato per l’occasione e dove era attesa dalla moglie, dalla figlia, da Rosetta e dal fratello Pasquale. Prima che arrivasse la decisione del questore si erano diffuse in città le foto di manifesti che annunciavano i funerali per domani alle 10,30 nella chiesa di San Michele. Le esequie dovevano partire alle 10,20 dalla abitazione della defunta, in vico delle Rose, 8 per poi proseguire per la chiesa di San Michele Arcangelo. La salma sarà invece cremata a Domicella e poi portata per la tumulazione nel cimitero di Ottaviano dove è già sepolto il fratello Raffaele, ed il figlio di questi, Roberto, ucciso nel 1990 nel Varesotto. Nello stesso cimitero è sepolto anche Mario Fabbrocino, capo dell’omonimo clan contrapposto alla Nco, e ritenuto il mandante dell’omicidio di Roberto Cutolo.

«Inviate un fiore a Rosetta»

“Una volta liberi, inviate un fiore a Rosetta”. L’ordine del boss non si discuteva e gli affiliati, appena scarcerati, non mancavano di farle arrivare denaro. Quel denaro che serviva ad alimentare le casse del clan e ad assicurare assistenza legale e “mesate” alle famiglie dei detenuti. Una percentuale di tutte le attività illegali della Nuova camorra organizzata indispensabile per finanziarne l’esistenza, l’attività armata, e la vita quotidiana delle famiglie. Rosetta Cutolo era questo e molto altro. Sorella maggiore di Raffaele, il boss morto nel 2021 senza mai pentirsi e al 41 bis, e di Pasquale, altro esponente di primo piano della cosca che da Ottaviano sfidò il potente cartello della Nuova famiglia che tentava di limitarne l’espansione, ha vissuto apparentemente sempre un passo indietro a ‘o professore, in realtà condividendone appieno la dimensione criminale, in particolare gestendo le estorsioni sempre, tanto da essere condannata e scontare anni di carcere e persino affrontando una lunga latitanza; pur non venendo mai meno alle ai suoi doveri di “buona cristiana”, andando regolarmente a messa tutte le domeniche fino a quando la salute glielo ha consentito. E non a caso la sua latitanza negli anni ’80 fu favorita anche da un prete.

Le fughe (anche grazie al suo prete confessore»

Nella sua lunga vita, oltre alla modesta abitazione della famiglia, ha dimorato anche in un castello, quello mediceo, ma sempre ad Ottaviano, acquistato dal boss per farne la residenza di famiglia e ora acquisito al patrimonio del Comune. Quello stesso castello da qui fuggì nel 1981 per sottrarsi ad una misura cautelare in carcere e nel quale assistita dal “maggiordomo” Francesco Violento teneva la contabilità del clan in una nicchia scavata in una parete e coperta da un quadro, trovata poi dagli inquirenti che perquisirono le 50 stanze in cui Cutolo governava il suo feudo. Tutto quello che fu sequestrato il 12 settembre di 42 anni fa ebbe un rilevante interesse per gli investigatori, perché nelle stanze di Rosetta c’erano persino mappe che documentavano la spartizione del territorio del Napoletano tra i diversi clan. Rosetta fuggì nel bel mezzo di un vertice proprio tra le varie cosche, al quale si disse che partecipasse anche un esponente della DC.
Fuggì anche grazie a don Giuseppe Romano, il prete suo confessore e confessore anche di una buona parte degli affiliati. E pure nel 1990 sfuggì alle ricerche delle forze dell’ordine, questa volta lasciando un convento che l’aveva ospitata e protetta. Solo tre anni dopo e lunghe trattative nelle quali si impegnarono anche servizi segreti, acconsentì a scontare una condanna a nove anni inflittale dal tribunale di Napoli in via definitiva, passandone pero’ in carcere soltanto sei. Nel 1999, con le altre detenute del carcere di Sollicciano, recito’ anche in Filumena Marturano di Eduardo De Filippo al Teatro della Pergola, interpretando il ruolo della protagonista.

Argomenti
Categorie collegate

Corriere della Calabria - Notizie calabresi
Corriere delle Calabria è una testata giornalistica di News&Com S.r.l ©2012-. Tutti i diritti riservati.
P.IVA. 03199620794, Via del Mare, 65/3 S.Eufemia, Lamezia Terme (CZ)
Iscrizione tribunale di Lamezia Terme 5/2011 - Direttore responsabile Paola Militano
Effettua una ricerca sul Corriere delle Calabria
Design: cfweb

x

x