La “malattia” di Nicolò Fagioli per le scommesse non sarebbe stata un segreto. La conoscevano due compagni di squadra (di cui ancora non sono emersi i nomi), che – a credere alle chat nelle mani della polizia– scommettevano con lui. E la conoscevano alcuni suoi compagni di esperienza: agli atti ci sarebbero conversazioni tra Fagioli e Leonardo Bonucci sul tema scommesse. Ma nessuna prova che il difensore partecipasse alle puntate. Bonucci non era il solo, però. Lo rivela oggi Repubblica che spiega come siano in corso accertamenti su altri tesserati non calciatori che pure sembrerebbe conoscessero il vizio di Fagioli.
La ludopatia del giovane centrocampista non era un segreto nemmeno per gli allibratori, che hanno incassato in pochi mesi più di un milione di euro, dei quali trattenevano il cinquanta per cento.
Visto il tenore delle conversazioni la polizia sta verificando se esistono gli estremi per contestare i reati di usura o estorsione: Fagioli era disperato per le cifre perse e chi lo spingeva nel burrone avrebbe approfittato della sua disperazione.
Ruota attorno a questi elementi l’indagine della procura di Torino che unisce nuovamente calcio e scommesse agitando il mondo del pallone italiano e i suoi protagonisti. Fagioli è il nome da cui lo tsunami ha avuto origine, e il suo telefono continua a parlare.
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