VIBO VALENTIA La Corte di Appello di Catanzaro con provvedimento depositato oggi 16 ottobre 2023 ha revocato la misura di prevenzione imposta nel lontano 2015 a Salvatore La Rosa, sottoposto a sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno nel comune di residenza.
«Si tratta – si legge in una nota diffusa dal legale – di un provvedimento importante perché il giudice di merito si attiene al principio secondo cui anche nei confronti dell’indiziato di appartenere ad associazione mafiosa è necessaria la verifica della concreta perisolosità sociale».
Il giudice di appello, nel revocare il decreto che era stato emesso dal Tribunale di Vibo Valentia, ha accolto il ricorso dell’avvocato Sandro D’Agostino, facendo propria la tesi secondo cui non è sufficiente fare riferimento alla biografia penale del prevenuto (il La Rosa risultava già condannato per omicidio aggravato dalle modalità mafiose, estorsione aggravata, violazione della disciplina in materie delle armi) ma è necessaria una valutazione globale che tenga conto anche delle condotte mantenute durante l’esecuzione della pena. I giudici sottolineano che «emerge», per La Rosa, «un apprezzabile percorso penitenziario, avendo il prevenuto goduto con esito positivo di numerosi permessi premio, e avendo altresì intrapreso un percorso di studi universitari presso l’Università di Pisa, svolgendo inoltre attività lavorativa come assistente alla persona nonché come operaio» in un’azienda agricola». L’uomo non risulta più inserito in contesti criminali e «non si apprezzano, allo stato, elementi significativi sintomatici di attuale pericolosità sociale, avendo egli fornito la prova circa il suo allontanamento dal contesto criminale di origine». (redazione@corrierecal.it)
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