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L’ANALISI

L’inarrestabile trend dei pignoramenti: per la Regione un’ulteriore spesa da 4,5 milioni

Delibera di Giunta conferma la sempre più insostenibile zavorra del meccanismo sul bilancio dell’ente, colpito spesso come terzo pignorato

Pubblicato il: 16/10/2023 – 6:20
L’inarrestabile trend dei pignoramenti: per la Regione un’ulteriore spesa da 4,5 milioni

CATANZARO Un trend che appare inarrestabile. La zavorra dei pignoramenti sul bilancio della Regione Calabria diventa sempre più pesante: in una recente delibera della Giunta Occhiuto infatti si attesta una cifra pari a 4,458 milioni di atti di pignoramento pagati e quietanziati dal tesoriere della Regione, in qualità di terzo pignorato, nel periodo dall’1 maggio al 31 luglio 2023, una cifra che si aggiunge agli oltre 6,232 milioni già pagati e quietanzati nei primi 4 mesi dell’anno (leggi qui).

La delibera

Nel dettaglio, la delibera di Giunta individua l’oggetto della spesa generata dai singoli Dipartimenti e  qui l’elenco si arricchisce anche di voci estremamente significative, come il pignoramento per oltre un milioni subìto dall’Afor, la ormai ex azienda della forestazione della Regione che da oltre dieci anni è sparita dal portafoglio dell’ente ma che evidentemente ancora è oggetto di procedure esecutive che si ripercuotono sul bilancio della Regione, o gli oltre 1,8 milioni per “il rimborso spese annuali di esercizio e manutenzione dell’acquedotto intersettoriale del Neto-Consorzio di bonifica Ionio Crotonese”, giusto per citate le cifre più consistenti. La delibera di Giunta in definitiva accerta che le somme che hanno portato alla complessiva cifra di 4,458 milito milioni «sono state assegnate dall’autorità giudiziaria competente e quietanziate dal tesoriere regionale, in qualità di terzo pignorato», invitando i Dipartimenti che hanno dato luogo alle spese «per come ripetutamente indicato dalla Corte dei Conti» a «fornire gli elementi necessari al riconoscimento giuridico-amministrativo dei pignoramenti subiti dall’amministrazione regionale».  Si ricorda infine che nel bilancio di previsione 2023-25 della Regione «l’organo legislativo ha disposto di destinare 15 milioni al fondo di riserva per fare fronte alla spesa derivante da atti giudiziali di pignoramento».

Il meccanismo (perverso) dei pignoramenti

Il meccanismo è quello classico di spese sorte a causa del riconoscimento, da parte dei dipartimenti competenti per materia, di debiti fuori bilancio derivanti da sentenze di condanna dell’ente ma anche di procedure esecutive originate da situazioni debitorie di soggetti ed enti terzi a loro volta creditori della Regione Calabria, poste in essere nei confronti dell’ente. Dall’ultimo Documento di Economia e Finanza della Regione: «Tali procedure, che continuano a rappresentare il maggior numero di quelle subìte, in termini quantitativi, traggono, pertanto, origine non da un debito proprio dell’ente regionale, ma da un debito che l’ente subisce come terzo e che di sovente è condannato a pagare, nonostante non esistano rapporti economici con i soggetti debitori e vengano conseguentemente rese dichiarazioni negative in ordine all’esistenza di rapporti debitori». È evidente che per gli uffici della Cittadella c’è ancora tantissimo da fare, soprattutto c’è da cancellare la “fotografia” che sempre l’ultimo Defr ha scattato: «Nonostante tale situazione, gran parte delle strutture regionali continua a non individuare la spesa che ha dato l’origine al pignoramento, ad assumere pochissimi provvedimenti di riconoscimento amministrativo dei debiti connessi ai pignoramenti e a recuperare con estrema lentezza le somme anticipate in qualità di terzo pignorato». (c. a.)

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